Una startup italiana per proteggere distinguendo i tracker buoni da quelli cattivi



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-07-2017]

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Kaspersky: il ramsonware russo non è Petya

Si è diffuso in molte parti d'Europa e del mondo il ransomware Petya, che ha infettato una grande quantità di dispositivi poco aggiornati, bloccandoli e chiedendo un riscatto in Bitcoin per liberarli.

Petya si diffonde con le cosiddette spear phishing mail, che possono essere molto precise - nei dati riportati per ingannare il destinatario - grazie alle informazioni sull'attività che l'utente svolge sul web reperite tramite i web tracker.

All'interno dell'Incubatore I3P del Politecnico di Torino è presente Ermes, una startup che opera nel campo della sicurezza informatica e della privacy online, che riesce a distinguere i tracker "buoni" da quelli "cattivi", con lo scopo di proteggere le informazioni degli utenti.

Ermes nasce come risposta al problema del furto di informazioni sensibili degli utenti a opera di sistemi di profilazione, i cosiddetti "web tracker", algoritmi che analizzano il traffico internet di ogni utente e che permettono di far apparire pubblicità targettizzate sulla base della cronologia web.

Mentre la funzionalità dei tracker può essere considerata innocua e legittima, è stato documentato come gli stessi strumenti possono essere utilizzati per spiare costantemente le attività degli utenti, per raccogliere informazioni sensibili e private su utenti mirati (politici, personaggi pubblici o per spionaggio industriale), e per fare fingerprinting, ovvero identificare il tipo di dispositivo usato dall'utente per permettere attacchi informatici di phishing mirati, come quelli che hanno portato agli scandali del furto delle foto dei VIP.

Ermes, nato come spinoff del Politecnico di Torino, offre un sistema brevettato in grado di distinguere i tracker "buoni" da quelli "cattivi" e di bloccare completamente questi ultimi, così da proteggere le informazioni degli utenti.

Bloccando i tracker potenzialmente dannosi, Ermes consente anche un concreto risparmio di banda, considerando che la pubblicità online pesa per il 20% sul traffico web totale.

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L'Italia è il secondo Paese più colpito da Petya

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