[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-08-2018]
Sono fin troppo frequenti le notizie che riguardano qualche smarpthone o tablet che, di punto in bianco, prende fuoco o addirittura esplode.
Né il fenomeno è limitato a questo genere di dispositivi: dovunque ci sia una batteria al litio è possibile, nonostante le precauzioni prese dai costruttori e quelle che dovrebbero prendere gli utenti, che capiti un incidente anche estremamente distruttivo.
Alcuni ricercatori dell'Oak Ridge National Laboratory (Tennessee, USA) hanno studiato il problema e scoperto un sistema economico che impedirà il verificarsi di certi fenomeni.
L'idea è stata sviluppata traendo ispirazione dall'ooblek, un fluido non newtoniano (costituito da una sospensione di amido in acqua) che si indurisce in seguito a un impatto per poi tornare allo stato originario.
I ricercatori hanno quindi deciso di sostituire l'elettrolita liquido normalmente adoperato nelle batterie agli ioni di litio con un'alternativa che si solidifichi dopo un impatto.
Nelle batterie attuali, i due elettrodi sono separati da un sottile foglio di plastica immerso nell'elettrolita. Se la batteria subisce un colpo e la plastica si rompe, gli elettrodi non sono più separati: si causa un corto circuito che porta al surriscaldamento e all'incendio.
L'uso di un elettrolita che dopo il colpo diventa solido (ma poi non torna allo stato di partenza) impedisce agli elettrodi di entrare in contatto tra loro, e dunque anche le conseguenze.
Gli studiosi del Tennessee hanno scoperto che per ottenere queste proprietà il materiale che meglio funziona è costituito da particelle perfettamente sferiche di silice, che hanno inserito sulla membrana di plastica che separa gli elettrodi prima di iniettare l'elettrolita liquido. Non è stato possibile inserire le sfere nell'elettrolita prima dell'iniezione nella batteria perché questa semplice operazione era sufficiente a causare la trasformazione del fluido in solido.
Quando poi la batteria è completa, le sfere entrano in sospensione nell'elettrolita, trasformandolo in un ooblek che si indurisce immediatamente se viene colpito con una certa forza. I test hanno dimostrato effettivamente che, dopo un impatto, il liquido si trasforma in un solido inerte.
La modifica, per quanto importante per gli effetti che ha sulla sicurezza, è economica e non richiede di cambiare in maniera sostanziale il processo produttivo delle batterie.
Secondo i ricercatori si potrebbe iniziare a utilizzare questa tecnologia nelle batterie dei droni per poi passare alle automobili (dispositivi per i quali gli impatti in grado di danneggiare le batterie tradizionali sono facilmente ipotizzabili) e al resto degli apparecchi a batteria.
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