Boicottare la gogna di Urbani

Il Decreto Urbani prevede la pubblicazione del nome del reo sui giornali. Perché non chiedere ai direttori dei giornali di non accettare questa criminalizzazione?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-03-2004]

Una delle caratteristiche più odiose del Decreto Urbani, appena approvato dal Consiglio dei Ministri, non è tanto la multa di 1.500 euro o la confisca del Pc o il fatto di trasformare gli Internet Provider in gendarmi.

No, forse la caratteristica più odiosa è l'obbligo di pubblicazione del nome del persona multata per questo "reato" su quotidiani nazionali o giornali legati al mondo dello spettacolo.

Così chi dovesse condividere in P2P un film potrebbe finire su Il Giornale, Il Foglio (di proprietà di Berlusconi, altro conflitto di interessi) o su "Sorrisi e Canzoni Tv" ma anche su Tutto, Rolling Stones, Il giornale dello Spettacolo.

La paura di essere identificato come "pirata telematico" e criminalizzato da datori di lavoro attuali o potenziali come inaffidabile, di doversi vergognare con amici e conoscenti, di essere additato in competizioni elettorali, di essere riconosciuto da banche e finanziarie, dovrebbe essere, secondo Urbani, il miglior deterrente contro la "pirateria domestica".

E' il caso di dirlo: Urbani dovrebbe vergognarsi, tanto rigore sarebbe degno di miglior causa, non è forse il suo partito che si oppone strenuamente alla pubblicazione dei nomi degli evasori fiscali e di chi ha portato miliardi di capitali all'estero?

L'unica cosa da fare contro questa "Gogna Mediatica" sarebbe scrivere tante e-mail, lettere, cartoline ai direttori dei principali quotidiani e riviste dello spettacolo, chiedendo loro di fare "obiezione di coscienza" e rifiutare la pubblicazione dei nominativi delle persone multate.

Una questione di civiltà su cui i vari Ezio Mauro, Stefano Folli, Marcello Sorgi, direttori, rispettivamente, di Repubblica, del Corriere della Sera, de La Stampa, dovrebbero esprimersi.

Ma anche Furio Colombo dell'Unità, Gabriele Polo del Manifesto e poi Curzi di Liberazione e, perchè no, Vittorio Feltri di Libero (lo dice il nome), Giuliano Ferrara del Foglio e Antonio Polito del Riformista.

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Pier Luigi Tolardo