Fino a quando dovremo pagare il canone Telecom?

Quale effettiva possibilità di scelta abbiamo nella telefonia fissa rispetto all'ex monopolista Telecom Italia?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-03-2004]

Un lettore ci scrive:

Vorrei porvi un quesito: esiste una data entro cui in tutta Italia sarà possibile smettere di pagare il Canone a Telecom Italia? Ho notato che Wind Infostrada, ad esempio, ancora non può offrire questo servizio, se non nelle città più grandi. Nel sud, praticamente in nessuna città.
Arturo Iasilli
Gentile Arturo,
Grazie per la non facile domanda che ci poni. Il problema di una reale concorrenza nel campo della telefonia fissa, cioè di una reale possibilità di scelta tra Telecom Italia e i suoi concorrenti sta diventando un problema annoso e di difficile soluzione.

L'Authority per le Comunicazioni, organismo regolatore della concorrenza nelle Tlc sta per esaurire il suo mandato ma, soprattutto, dopo l'emanazione del nuovo Codice delle Comunicazioni, i suoi poteri di vigilanza e di indirizzo del mercato delle Tlc sono stati ripresi dal Ministero delle Comunicazioni.

L'attuale Ministro delle Comunicazioni Gasparri sostiene che la concorrenza in questo campo è già sufficiente, superiore agli altri Paesi Europei, ed è un sostenitore della cosiddetta teoria dei "campioni nazionali".

Gasparri sostiene che non bisogna indebolire troppo una delle poche grandi imprese del nostro Paese, che è la Telecom, come d'altra parte il governo francese sostiene France Telecom con aiuti finanziari, quello tedesco Deutsche Telecom nello stesso modo, quello spagnolo Telefonica e nei primi due casi le aziende hanno per maggiore azionista lo Stato stesso.

Oggi la possibilità di cambiare completamente gestore e non pagare più il canone Telecom Italia è limitata: infatti Telecom Italia ha solo l'obbligo di consentire il passaggio ad altro gestore di almeno 40.000 abbonati al giorno.

Si tratta di una forte limitazione, mentre non ci sono limiti alla "PCS", cioè alla preselezione automatica di un altro gestore per il traffico: in questo caso si continua a pagare il canone di abbonamento ma tutto il traffico è dirottato su un altro gestore senza dover fare alcune prefisso prima dei numeri che si chiama.

Si parla di circa dieci milioni di abbonati Telecom Italia che hanno scelto la PCS o che, per la maggior parte, si avvalgono di un altro gestore per tutto il traffico telefonico o per parti di questo come il traffico Internet, le chiamate internazionali, ecc.

Da parte dei gestori concorrenti di Telecom Italia, in primis i maggiori che sono Wind-Infostrada e Tele2 c'è la richiesta insistente all'Authority di obbligare Telecom Italia a vendere loro il "canone all'ingrosso", cioè un'offerta "wholesale" come già Telecom Italia fa nei loro confronti per il traffico telefonico.

In pratica i gestori acquisterebbero, a un prezzo inferiore a quello che viene fatto pagare ai clienti, il canone delle linee telefoniche e in questo modo chi passa a loro non lo dovrebbe pagare. Bisogna capire se poi il loro cliente lo dovrebbe ripagare in modo diretto o indiretto attraverso il traffico.

Oggi, Wind-Infostrada quando è nell'impossibilità di acquisire completamente l'abbonato, se questo sceglie le opzioni Canone Zero, il canone che paga a Telecom Italia gli viene restituito in ricarica per cellulari Wind o in credito dalla bolletta del traffico.

Un'altra possibilità per il cliente che vuole fare a meno di Telecom Italia è quella di abbonarsi a Fastweb che ha una propria rete alternativa a Telecom Italia a banda larga e realizzata in fibre ottiche.

Fastweb permette di abbonarsi direttamente senza passare da Telecom Italia ma è presente solo in Milano, Roma, Torino, Genova, Bologna, Napoli, Reggio Emilia, Padova, Monza e presto anche a Biella e in altre località, anche se queste città non sono coperte completamente e non mancano tempi di attesa.

Il problema vero è che in Italia la concorrenza nella telefonia fissa langue, a differenza di quella mobile, perché i gestori alternativi dispongono solo in modo molto ridotto di reti diverse da quella Telecom Italia di cui sono utilizzatori e la soluzione di separare la gestione della Rete Telecom Italia dalle sue attività commerciali, caldeggiata dai concorrenti, smembrando Telecom Italia, finora è stata esclusa dall'Authority e non trova favorevole il Governo, oltre che gli azionisti maggiori di Telecom Italia.

L'attuale situazione economica e del mercato finanziario pone problemi gravi di sopravvivenza alla stessa Wind-Infostrada che non può sviluppare maggiormente una sua rete autonoma.

Alla domanda se poi il canone sia giustificato si può rispondere che il canone corrisponde a un costo di esercizio e manutenzione della rete telefonica che nel caso della maggioranza degli abbonati è coperto dai ricavi del traffico e potrebbe essere eliminato, per altri no.

Certamente, anche prevedendo una quota fissa a carico del cliente per l'ammodernamento e l'esercizio di gestione della rete e il servizio di assistenza tecnica, l'attuale costo del canone, decisamente elevato, non è più giustificato dall'ammortamento della rete che è già avvenuto, oltretutto, a spese di tutti i contribuenti.

Negli Usa At&T, ad esempio, per 150 dollari di canone al mese, dà, oltre all'assistenza, traffico nazionale e locale e verso i cellulari No-Stop, senza alcuna limitazione.

Anche in Italia si dovrebbe andare verso formule di canone omnicomprensivo del traffico, per lo meno di quello locale e nazionale, mentre il traffico che preve interconnessioni con altre reti, come quello internazionale o verso i cellulari o quello dei Vas, servizi a valore aggiunto come i servizi di informazione dovrebbe essere pagato a parte.

Bisogna notare che, comunque, il traffico da fisso verso mobile continua a essere troppo costoso per l'utente finale, soprattutto residenziale, e anche i servizi di informazione hanno subito rincari non indifferenti.

Non è detto che nuovi aumenti del canone da parte di Telecom Italia non possano sollevare, come accadde negli anni '70, movimenti di consumatori che collettivamente rifiutino questi aumenti e si autoriducano la bolletta.

L'insofferenza verso il canone da parte degli abbonati nasce anche dal boom in Italia della carta prepagata per i telefonini ma bisogna rilevare che anche qui c'è un canone nascosto: un canone occultato nel maggior costo del traffico e nella tassa governativa che si paga sulle ricariche.

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Pier Luigi Tolardo