Urbani non è di parola

Nonostante l'impegno formale e solenne del Ministro Urbani di eliminare le sanzioni penali dal suo decreto anti-P2P, le modifiche sono bloccate e tra una settimana le Camere andranno in vacanza.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-07-2004]

Giuliano Urbani, Ministro della Cultura e autore della legge che prende il suo nome (contro la pirateria on line e per il sostegno al cinema, ma molto più concretamente contro il file sharing, anche nelle sue forme non commerciali), aveva assunto degli impegni solenni, formali e molto precisi davanti al Parlamento nel mese di maggio.

Urbani si era impegnato a modificare il suo decreto legge eliminando le sanzioni penali, cioè il carcere fino a 4 anni, per chi scarica un Mp3 o un film dalla Rete; di modificare l'espressione "per trarne profitto" che di fatto sanziona chiunque scarica gratis musica a quella "per fini di lucro" che restringe il reato solo a chi lo fa per vendere; di rivedere la tassa sui Cd, masterizzatori e software, che inciderà negativamente sul mercato dell'ICT; di rivedere il bollino Siae anche sul software scambiato in Rete, che rischia di essere un freno molto forte per lo sviluppo dell'open source in Italia.

Urbani si era preso questo impegno, avvalorato anche da precisi ordini del giorno, votati da parlamentari di tutti i partiti, a fronte della disponibilità manifestata dai Verdi a ritirare 750 emendamenti al decreto che avrebbero rallentato non poco la conversione dello stesso in legge. Una decisione che aveva suscitato non poche critiche di eccessiva arrendevolezza nello stesso vasto e spontaneo fronte di opposizione alla legge Urbani.

Le modifiche che, secondo Urbani, avrebbero avuto un iter veloce e che avrebbero dovuto terminare entro la fine di luglio, sono invece bloccate alla Commissione Bilancio: questa che deve dare il parere obbligatorio, previsto dall'iter di modifica, e tra una settimana le Camere vanno in vacanza fino all'inizio di settembre.

C'è il rischio che poi a settembre l'ingorgo legislativo legato all'approvazione della Finanziaria, alle riforme costituzionali, alle vicende delicate della crisi in atto nella maggioranza che sostiene il Governo, portino ad ulteriori ritardi, rinvii e a un sostanziale abbandono delle proposte di modifica, per lasciare la legge così com'è.

Anche la necessità del Governo di rastrellare risorse economiche in tutte le direzioni potrebbe portare a far cadere, quasi certamente, la modifica riguardante la tassa sui Cd e i masterizzatori. Anche la forte ostilità all'eliminazione delle sanzioni penali da parte delle lobbies dei produttori cinematografici e musicali, potrebbe non essere estranea a questi gravi ritardi nell'approvazione delle modifiche.

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Pier Luigi Tolardo