OpenOffice.org cattura 80.000 poliziotti francesi

Importante affermazione per la suite aperta e gratuita. La guerra dei formati si scalda su più fronti



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-01-2005]

Secondo quanto riferito dal sito francese Toolinux.com, la Gendarmerie Nationale intende migrare prossimamente 35.000 postazioni di lavoro da Microsoft Office alla suite alternativa gratuita OpenOffice.Org. La conferma ufficiale verrà data il prossimo 2 febbraio durante la conferenza parigina Solutions Linux 2005. Entro l'estate del 2005, le postazioni interessate dalla migrazione saranno 80.000, con un risparmio previsto di oltre 2 milioni di euro.

Nel frattempo, la recente decisione dello stato del Massachusetts di accettare soltanto formati aperti ha indotto Microsoft a rivedere le restrizioni di licenza del formato XML di Office 2003, come riferito da Information Week. L'amministrazione dello stato americano intende infatti accettare soltanto documenti in formati non soggetti a limitazioni d'uso. Solo in questo modo è possibile garantire che i documenti elettronici siano ancora consultabili anche fra un secolo e oltre, quando non è detto che gli attuali titani del mercato informatico siano ancora in circolazione e offrano prodotti in grado di leggere formati di file così sorpassati.

Inizialmente saranno supportati i documenti in formato TXT, RTF, PDF e negli altri formati aperti. Se Microsoft vuole continuare ad essere fra i fornitori dell'amministrazione, dovrà in sostanza fare in modo che il proprio formato XML, attualmente gravato da brevetti e restrizioni di licenza, soddisfi i criteri di definizione dei formati aperti. Criteri che verranno stabiliti dall'amministrazione del Massachusetts dopo consultazioni con le organizzazioni di standardizzazione, che includono OASIS e (non a caso) OpenOffice.org.

La popolarità di OpenOffice.org (il cui nome è condannato a tenersi un ingombrante ".org" per questioni di marchi registrati) fa insomma passi notevoli. La versione 2.0 dimostrativa di OOo, come lo chiamano i suoi fan, preannuncia un ulteriore salto di qualità per un prodotto che già ora soddisfa le normali esigenze dell'utente medio e spesso anche quelle dell'utente professionale.

Anche gli utenti Mac, finora condannati a usare una versione di OpenOffice.org appesantita e poco integrata in Mac OS X (che necessita l'installazione e l'avvio di X11), possono ora godere di un OOo facile da installare e ben integrato nell'interfaccia Mac, grazie al lavoro di Patrick Luby ed Edward Peterlin, che hanno creato Neooffice/J, una versione di OOo che non necessita di X11 e acquisisce direttamente i font usati da Mac OS X.

La versione 1.1 beta è ragionevolmente stabile (nel senso che crasha tanto quanto Microsoft Office, con la differenza che prima di collassare salva automaticamente i documenti) e consente di sorprendere gli utenti Windows con funzioni inedite, come la possibilità di cambiare la lingua dell'interfaccia di NeoOffice/J senza reinstallare (esattamente come fa MacOS X), e il controllo ortografico preinstallato in una dozzina abbondante di lingue (italiano compreso). Se avete un Mac e vi sentivate esclusi dalla festa di OpenOffice.org, vi conviene provare Neooffice/J. Potreste anche scoprire che è più veloce di Microsoft Office per Mac.

Il successo di OpenOffice.org sta creando una situazione paradossale. Vi sono ormai numerose organizzazioni pubbliche e private che esigono documenti in formato OOo (non sto scherzando; è una situazione che vivo in prima persona). Chi vuole collaborare con queste organizzazioni ed è abituato a Microsoft Office si trova costretto ad imparare OpenOffice.org, con ovvi costi e disagi, perché Microsoft non supporta il formato OpenOffice.org, mentre OOo supporta (sia pure in modo imperfetto) quello Microsoft.

Perché Microsoft non elimina questi costi e disagi creando per Office un filtro di importazione ed esportazione per i formati OOo? Dopotutto, a differenza di quelli Microsoft, i formati OOo sono pubblicamente documentati. I suoi clienti potrebbero continuare a usare (e quindi pagare) Microsoft Office anche per gestire i documenti in formato OpenOffice.org in modo trasparente e indolore, invece di dover abbandonare Office e pertanto ridurre i profitti Microsoft.

Se è vero che Microsoft è il numero uno per via della qualità del proprio software e non grazie alla creazione di una dipendenza dai propri formati proprietari chiusi, non ha nulla da perdere, ma molto da guadagnare, da un'iniziativa del genere. A parte la bella figura di giocare pulito, frenerebbe la lenta ma costante emorragia di utenti Office che migrano a OpenOffice.org non perché quest'ultimo è più bello, veloce da avviare ed ergonomico di Office (non lo è, ammettiamolo), ma perché vi sono costretti dall'ambiente in cui operano, che vuole file in formato OOo. Potendo scegliere, molti resterebbero con la suite Microsoft, che conoscono come le proprie tasche, se supportasse anche i formati OOo.

Purtroppo, se la sufficienza con la quale Microsoft considerò anni fa la nascente Internet alberga ancora a Redmond, ho l'impressione che non sia il caso di attendersi a breve ravvedimenti operosi di questo genere. E' un peccato non accorgersi che il mondo, giorno dopo giorno, sta cambiando.

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Paolo Attivissimo