La fusione Tim-Telecom non favorisce gli utenti

Dal successo dell'Opa di Telecom Italia su Tim non verrà nessun vantaggio per gli utenti; anzi, probabilmente ci saranno solo svantaggi.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-01-2005]

L'Opa di Telecom Italia su Tim è riuscita perfettamente, anzi al di là delle attese: i mercati finanziari si sono buttati su una delle poche occasioni di guadagno in una situazione tutto tranne che rosea nell'economia e nella finanza.

Il primo risultato ottenuto lo ha evidenziato lo stesso Tronchetti Provera: Telecom Italia non è più scalabile da nessuno. Con la Tim, autonoma societariamente ma completamente di proprietà di Telecom Italia, il prezzo di un'eventuale Opa ostile andrebbe oltre i 50 miliardi di euro, per un'azienda che ne ha già sul groppone più di altri 40: impossibile guadagnarci ancora qualcosa dopo aver sborsato tutti quei soldi per prendere il controllo del primo gestore telefonico italiano.

A questo punto Tronchetti può dirsi un uomo soddisfatto: ai suoi tre figli, eredi (da parte della madre Cecilia Pirelli) di una delle più importanti dinastie industriali, ha assicurato un buon lavoro per il loro futuro (e di questi tempi non è poco), investendo poi pochissimo rispetto al potere che si concentra nelle sue mani.

E' un potere molto condizionato dalle banche (qualcuno dice troppo) e prima o poi le "signore banche" si faranno sentire ma, finché dura il patto Fazio-Berlusconi perché le banche rimangano in mano italiana e non passi lo straniero, è tutto un fatto tra vecchi amici.

Quali vantaggi avrà l'uomo comune da questa imponente operazione finanziaria che è l'Opa di Telecom Italia su Tim? Non avrà nessun vantaggio, anzi: l'operazione assorbe un mucchio di risorse che avrebbero potuto essere impiegate per pagare le tasse (Telecom Italia godrà di un forte bonus fiscale) e contenere le tariffe (invece c'è stato già l'aumento del canone delle linee fisse), ammodernare gli impianti, finanziare la ricerca dei laboratori di Telecom Italia Lab, realizzare la copertura integrale della banda larga del nostro Paese in pochissimo tempo con tutti i mezzi possibili (Umts, Wi-Fi, fibra ottica eccetera), rilanciare le televisioni del Gruppo La7 e Mtv (che non fanno una grande concorrenza a Rai e Mediaset e tra poco subiranno anche la concorrenza della rete televisiva di De Benedetti).

Inoltre, cosa accadrà praticamente per tariffe e costi della telefonia fissa e mobile? Un effetto paradossale: essendo Telecom Italia l'operatore dominante per la telefonia fissa (oltre il 70% del mercato) e il più importante nella telefonia mobile, l'Authority delle Comunicazioni sorveglierà che non si realizzino offerte integrate, pacchetti misti mobile-fisso, che possano ulteriormente rafforzare la posizione dominante di Telecom Italia, anche nel caso in cui l'utente potrebbe avvantaggiarsene.

Telecom Italia si lamenterà di queste imposizioni ma in realtà ne sarà felice: negli anni scorsi Tim sul traffico voce e sulla trasmissione dati ha fatto delle proposte all'utenza consumer e all'utenza business che portavano via traffico e soldi alla "sorella maggiore" del fisso; ma nei prossimi anni ne farà molto meno, solo se proprio costretta dall'incalzare dei concorrenti. Non a caso una delle prime mosse organizzative del dopo-annuncio fusione è stato prendere Massimo Castelli, che guidava il marketing del fisso, e metterlo a capo del marketing del mobile.

D'altra parte per anni è stato lo stesso Tronchetti Provera che, ai giornalisti che gli chiedevano se erano vere le voci di una fusione Tim-Telecom Italia, rispondeva che fisso e mobile erano competitivi tra di loro e dovevano rimanerlo nell'interesse degli utenti.

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Pier Luigi Tolardo