Cartucce programmate per scadere anche se piene?

HP e altri produttori accusati di lucrare sulle scadenze artificiose delle cartucce d'inchiostro



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-02-2005]

cartuccia HP

Una cittadina statunitense ha portato in tribunale la HP accusandola di fabbricare cartucce d'inchiostro che sono programmate segretamente per scadere a una data prefissata anche se non sono state installate. Secondo l'accusa, le cartucce sarebbero dotate di "un chip intelligente che ha la doppia funzione di rilevare anzitempo l'esaurimento dell'inchiostro e di rendere inutilizzabile la cartuccia mediante una data di scadenza che non viene rivelata al consumatore".

HP non ha commentato pubblicamente l'accusa, che però sembra piuttosto ben fondata. Segnalazioni di cartucce che vengono diagnosticate come "scadute" pur essendo tutt'altro che vuote non mancano, e HP non sarebbe l'unica marca coinvolta. Per esempio, secondo quanto riferito da The Inquirer, un utente di una HP BusinessJet 2200C ha trovato che portando indietro l'orologio di sistema, la cartuccia che il diagnostico dichiara "scaduta" riprende miracolosamente a stampare.

Analoghi problemi di chip o sensori che "decidono" che la cartuccia è scaduta o esaurita quando non lo è, si rifiutano di stampare in nero perché è esaurita la cartuccia (separata) del colore o rifiutano arbitrariamente cartucce compatibili di altre marche, sono stati segnalati anche per Epson e Lexmark.

La questione è abbastanza seria da aver stimolato tempo addietro un indagine dell'UE. E' indubbio che i prezzi degli inchiostri originali sono molto più alti di quelli dei prodotti compatibili, mentre la resa, nella maggior parte delle situazioni, è pressoché identica. Ma un conto è costituire tacitamente un cartello per vendere inchiostro fino a duemila euro al litro, come sospetta l'UE; un altro è sabotare intenzionalmente i propri prodotti affinché dichiarino di essere esauriti quando non lo sono, al solo scopo di gonfiare gli utili, come afferma la causa USA.

Va detto che ci possono essere anche ragioni tecniche perché una cartuccia si dichiari esaurita quando non lo è: gli inchiostri sono deperibili anche se sigillati, e verso la fine della cartuccia la resa di stampa può deteriorare, perciò il chip intelligente proteggerebbe l'utente da stampe scadenti e danni alla stampante. Potrebbe essere quindi molto difficile dimostrare un eventuale dolo.

I produttori degli inchiostri originali, inoltre, dicono che i loro maggiori costi sono dovuti agli investimenti in ricerca, e che la qualità di un inchiostro si vede anche da fattori come la sua resistenza allo sbiadimento nel tempo, che raramente fanno parte delle prove condotte dagli utenti.

E' comunque inequivocabile la tendenza a vendere sottocosto la stampante per lucrare sulle cartucce. Fateci caso: i prezzi di certe stampanti sono stracciati e sembra di fare un affarone, ma poi si scopre che la cartuccia di ricambio costa quasi quanto l'intero apparecchio. Nel fare shopping, insomma, conviene guardare non soltanto il prezzo della stampante, ma anche quello dei suoi inchiostri (originali o compatibili) rapportato alla durata di stampa dichiarata, sulla quale è molto difficile barare.

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Paolo Attivissimo