Gatti trasformati in borsette, non è una bufala

"Artista" olandese usa realmente la pelle dei gatti (morti per altre cause) per confezionare provocazioni. Nasce il problema di come reagire al sensazionalismo.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-04-2005]

Foto della Simonse

Non è una bufala, purtroppo, il sito che propone di confezionare borse di pelle di gatto. Il sito, di cui ometto intenzionalmente il link per non dare ai suoi creatori la soddisfazione di essere linkati e quindi sentirsi oggetto d'interesse, racconta in inglese la storia di una persona che si separava spesso dal suo gatto e così ha deciso di tenerlo sempre con sé uccidendolo e ricavandone una borsetta.

Il sito include anche una pagina nella quale viene illustrato il procedimento, con foto che non lasciano nulla all'immaginazione. Non si tratta di una burla di cattivo gusto, come nel celebre caso di Bonsaikitten.com: stavolta le foto sono autentiche. O perlomeno lo sono fino a un certo punto.

C'è infatti qualcosa che non quadra nelle immagini. Se siete forti di stomaco e le esaminate, noterete che non collimano con la storia descritta dal sito, nel quale la bestiola viene decapitata. L'animale mostrato nelle immagini, invece, è inizialmente intatto.

Inoltre, uno dei link forniti dal sito per un "approfondimento" porta a una pagina del Dierenbescherming (l'ente protezione animali olandese) che si occupa di questo caso e spiega che dietro questo sito c'è una "artista", o perlomeno così si definisce lei, che usa animali già morti per altre ragioni per le proprie "opere".

L'"artista" si chiama Katinka Simonse, ma si fa chiamare Tinkebell, che è molto simile a Tinkerbell, il nome inglese di Campanellino o Trilli in Peter Pan, così chi sbaglia a digitare in Google cercando Campanellino si trova invece i gatti scuoiati.

La Protezione Animali olandese, nella sua nota, segnala che "anche se gli animali non vengono uccisi specificamente per questo scopo, condanniamo il modo in cui vengono mostrati e abbiamo chiesto a quest'artista di rispettare gli animali nelle proprie opere. Purtroppo il nostro intervento non ha ottenuto alcun risultato: nelle sue opere continua a usare gatti morti". Il guaio è che a quanto pare in Olanda non è vietato confezionare pellicce con la pelle degli animali d'affezione, per cui la Protezione Animali ha le mani legate se la Simonse si limita (per così dire) a usare animali già morti e non li uccide appositamente.

Dall'atteggiamento presentato nel sito, dalle informazioni che ha disseminato in Rete e dalle sue "opere" (a parte le borsette, si diletta a pubblicare foto porno con un fiorellino appiccicato nei punti chiave o calendari composti con topi e pesci morti), sembra proprio che si tratti dell'ennesima decerebrata senza idee che pretende di fare l'artista ed è disposta a qualsiasi sconcezza pur di farsi notare.

E qui sta il vero problema. Il passaparola inorridito di chi si imbatte in questo sito fa il suo gioco. Più si fa clamore e più lei è contenta. Anche un articolo come questo, inevitabilmente, la pubblicizza, ma è necessario trovare un compromesso fra l'informazione (vista la marea di segnalazioni incredule arrivate in redazione) e la pubblicità; per questo ho omesso ogni link al sito in questione.

Che fare per bloccare questo sconcio? Potreste pensare di mandare un e-mail di protesta, o di chiedere al provider di rimuovere il suo sito (le coordinate sono pubblicamente reperibili in Rete), oppure di sovraccaricare il suo sito con un numero enorme di visite automatiche tramite gli appositi programmi, ma c'è un problema etico.

Anche se come gattofilo inguaribile mi pesa non poco dirlo, questa persona non ha commesso alcun reato punibile secondo le leggi del suo paese. Stando alle informazioni disponibili, ha confezionato una borsetta con la pelle di un animale già morto e la storia della decapitazione è una bufala concepita per portare al massimo il raccapriccio. Inoltre bisogna stare attenti prima di salire sul pulpito dell'indignazione: fermatevi e chiedetevi di che materiale sono fatti la vostra borsetta, il vostro portafogli, la vostra cintura, e che cosa avete mangiato a Pasqua.

Forse, visto che quest'"artista" vuole attirare l'attenzione a tutti i costi e il suo scopo è creare indignazione, la migliore punizione è riflettere sulla sua provocazione e poi ignorarla completamente. Non degnarla della minima attenzione, neppure per protestare o chiedere l'intervento (peraltro impossibile) delle autorità.

Da parte mia, non ne parlerò più, e vi consiglio di non inoltrare più segnalazioni di questo sito a nessuno, neppure per condividere lo scalpore. Là in Olanda c'è una mentecatta che non aspetta altro.

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Paolo Attivissimo