Olio di colza nei diesel, chi lo usa è fritto

Passaparola ad alto rischio sul presunto risparmio sui carburanti diesel ottenibile mettendo oli da supermercato nei serbatoi delle auto.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-04-2005]

Flacone di olio di colza

Nota: questo articolo è stato modificato rispetto alla versione originale.

"La colza danneggia gravemente Siniscalco": inizia così, provocatoriamente, un e-mail che sta impazzando da un paio di settimane e istiga alla disubbidienza fiscale. Secondo l'e-mail, sarebbe possibile sostituire almeno in parte il carburante diesel con olio di colza da supermercato e risparmare un sacco di soldi. Ma ovviamente il governo non vuole che si sappia, perché se tutti usassero l'olio di colza alimentare, meno tassato del carburante diesel, il Fisco ci rimetterebbe.

Inoltre, secondo l'appello in circolazione: "bruciare olio di colza inquina zero" e "il vostro motore non solo durerà di più, ma avrà una resa migliore e brucerà meno combustibile". I giganti del petrolio ci tengono che questa nozione non si diffonda, ma l'impavido eco-comico Beppe Grillo l'avrebbe pubblicata e garantita con l'aiuto del Resto del Carlino, stando al messaggio.

Purtroppo in sostanza è una bufala, e stupisce che ci sia gente disposta a rischiare schiaffando olio da cucina nella propria automobile soltanto perché l'ha sentito su Internet. Ma quest'appello scardina le normale difese del buon senso facendo leva sui classici meccanismi psicologici delle bufale: il complotto governativo; l'informazione tenuta segreta; l'occasione di vendicarsi di un "nemico" (in questo caso, il fisco avido personificato dal ministro Siniscalco); e magari anche l'antipatia politica. Ci si crede, insomma, perché ci si vuole credere.

Innanzi tutto, l'attribuzione a Beppe Grillo è falsa o frutto di un malinteso. Nel suo sito, infatti, l'unica traccia di questo messaggio è nel forum dedicato ai commenti dei lettori, in data 22 marzo. Probabilmente qualcuno degli incauti disseminatori della "notizia" ha letto questo commento e vi ha aggiunto la dicitura "www.beppegrillo.it" (o, in altri casi, il nome del comico), dando l'errata impressione che il messaggio sia stato scritto e "garantito" da Beppe Grillo in persona.

Non è chiaro, invece, cosa dica l'articolo del Resto del Carlino citato nel messaggio, la cui datazione è incerta (il messaggio dice che l'articolo è di "oggi", ma chissà a quando si riferisce). Potrebbe risalire al 14 marzo 2005, secondo alcuni accenni trovati nei forum in Rete, ma non è disponibile negli archivio del Carlino. Se qualcuno ne avesse una copia, sarebbe interessante leggerla.

Della teoria dell'olio di colza nei motori diesel hanno comunque parlato molti organi d'informazione tradizionali (radio, TV e giornali). Repubblica.it ha pubblicato un articolo secondo il quale ci sarebbe addirittura una mania collettiva nel nord Italia, ma non fornisce alcun dato che confermi quest'affermazione, basata a quanto pare esclusivamente sul fatto che se ne parla molto in Google.

E' vero che usare l'olio di colza al posto del carburante diesel configura una truffa ai danni dello stato per mancato pagamento delle accise che gravano su tutti i carburanti, ma l'idea di base dell'appello, ossia che si possa impunemente mescolare al diesel l'olio di colza venduto nei supermercati, è falsa a detta degli esperti del settore.

Infatti l'olio di colza è sì un ingrediente del cosiddetto biodiesel (ossia del carburante diesel ottenuto da fonti vegetali, che è valido, sperimentato e utilizzabile in molte automobili già appositamente predisposte), ma l'olio in commercio non ha subito i trattamenti chimici necessari, per cui produce residui che a lungo andare danneggiano il motore. Inoltre non è noto l'effetto inquinante del bruciare olio da cucina in un motore; la teoria esposta nell'appello ("il bilancio chimico di una pianta è nullo") non tiene conto di questo fatto e da un punto di vista scientifico fa acqua da tutte le parti.

Per esempio, l'olio di colza da supermercato contiene ancora glicerina, che invece nell'olio di colza per biodiesel è stato rimossa. Inoltre il biodiesel è una preparazione chimica dalle caratteristiche ben precise, definite dalla norma europea EN14214, non una miscela fatta a mano e a occhio di carburante diesel prelevato dalla pompa e di olio del supermercato. E i motori diesel compatibili sono calibrati e strutturati per usare quella miscela precisa e nient'altro: usare una miscela diversa, specialmente in motori particolarmente esasperati, è un'incognita.

Quattroruote ha pubblicato un articolo che riassume bene la situazione: "Chi pensa di essere furbo risparmiando poche centinaia di euro all'anno andando a comperare l'olio di semi alimentare al supermercato per fare il pieno all'auto diesel dell'ultima generazione rischia di spendere poi migliaia di euro in riparazioni". La ragione è semplice: "Se si usa l'olio di semi in un moderno diesel si provocano, presto o tardi, danni molto costosi da riparare all'impianto iniezione (pompa e iniettori) e al motore: per risparmiare un centinaio di euro si provocano danni per migliaia di euro".

Anche se Quattroruote è possibilista sull'uso "nei semplici, lenti e pesanti motori diesel di trent'anni o quarant'anni fa", ricorda che "L'olio di semi alimentare lascia dannosi depositi carboniosi, morchie e gomme negli iniettori e nella camera di combustione. Non è un olio pensato per resistere alle temperature che si trovano all'interno del motore."

In altre parole, ficcare l'olio da cucina in una macchina diesel moderna è un suicidio graduale praticamente garantito; ficcarlo in un'auto diesel vecchia è comunque un rischio. Ve la sentite di rischiare di rovinare la vostra auto per risparmiare qualche centinaio di euro? Oltretutto, secondo le testimonianze messe in Rete da alcuni sperimentatori dilettanti, "la macchina puzza di fritto da fare schifo".

Volete davvero risparmiare sul carburante? Imparate a usare meglio l'auto. Lasciatela a casa e fatevi una passeggiata, quando andate a comperare il giornale; usate la bici, i mezzi pubblici o mettetevi d'accordo con i colleghi per condividere l'auto a turno; guidate in modo meno aggressivo e più fluido; andate più piano (spesso basta uscire di casa dieci minuti prima per non dover correre); comprate un'auto più piccola e moderna, che consuma meno; e non lasciate acceso il motore inutilmente quando vi fermate. E' questione di buon senso.

Aggiornamento (12/4/2005):

Moltissimi lettori, come noterete nei commenti, hanno segnalato le esperienze di Jacopo Fo sull'argomento, per cui mi sembra doveroso chiarire che ne ero a conoscenza; non le ho citate perché più che altro giustamente incentrate sul biodiesel, cosa seria e ben diversa dall'olio di colza dell'hard discount aggiunto e dosato a mano.

Fo, comunque, sostiene che si può aggiungere una percentuale di olio di colza alimentare, ma anche che "sembra inoltre che a lungo andare l'olio di colza lasci dei depositi e quindi si rende necessaria una pulizia periodica del motore". E aggiunge: "Attenzione anche a un'altra cosa: non si deve utilizzare olio di colza puro, ma un olio raffinato, privato della glicerina". Ma, come dicevo, l'olio di colza del supermercato non è privato della glicerina.

Fo ha anche partecipato a un interessantissimo dibattito a Radio 24, ascoltabile in streaming (RealPlayer) e anche scaricabile, insieme con Mario Renna (vice presidente di Assobiodiesel), Mauro Tedeschini (direttore di Quattroruote) ed Enrico De Vita (responsabile del settore auto per il movimento dei consumatori), tutti contrari al cocktail fai-da-te. Il programma segnala l'esperienza tedesca con l'olio di colza (incentivata addirittura dal governo tedesco, ma fallita), nota che il diesel già ora in vendita contiene una percentuale di oli vegetali e sottolinea che questo tipo di esperimenti invalida la garanzia sull'auto e quindi può costare assai caro.

Secondo informazioni fornite da un chimico del settore, invece, l'additivazione (non la completa sostituzione) di olio di colza e/o di girasole funziona da anni e un motore diesel aspirato funziona persino meglio: l'olio ha maggiore potere lubrificante e persino detergente. Nei turbodiesel si possono invece avere problemi. Le percentuali di olio di semi da non superare sarebbero approssimativamente il 10% in inverno e il 30% in estate.

Sembra insomma che anche secondo i fautori dell'innocuità dell'olio di colza come carburante non si possa rimpiazzare completamente il gasolio della pompa, per cui il risparmio possibile finisce per essere modesto rispetto al rischio di danneggiare seriamente il motore.

Infine, un lettore segnala la probabile origine di questo appello: un blog di un utente che si fa chiamare Uriel e risale al 14 marzo 2005. Dopo la pubblicazione di questo mio articolo, Uriel ha modificato il proprio sito in modo da redirigere su un sito porno i visitatori che seguivano il link fornito nel mio articolo. Lo scritto di Uriel è comunque consultabile immettendo in Google "colza site:www.wolfstep.cc".

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Paolo Attivissimo