Il lato debole dei poteri forti

Come è cambiato il capitalismo italiano: più spettacolo che sostanza.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-10-2005]

il lato debole dei poteri forti

Paolo Madron è un giornalista importante: ha diretto la rivista Economy, è stato al Giornale, ha lavorato per Milano Finanza come corrispondente a New York e attualmente è vicedirettore di Panorama. Grazie a queste sue esperienze di tutto rispetto, dunque, non ha molti peli sulla lingua quando si tratta di raccontare le vicende dell'impresa e della finanza italiana che per tutta l'estate hanno imperversato sulle prime pagine dei giornali e nei Tg: dalle OPA su BNL e Antoniana alle intercettazioni su Fazio, dal tormentone sulle di lui dimissioni che non arrivano mai alle dimissioni di Siniscalco fino alla scalata del "signor Falchi", alias Ricucci, al Corriere della Sera.

In un libro che si legge come un romanzo, edito da Longanesi e dal titolo azzeccatissimo, "Il lato debole dei poteri forti" (Da Cuccia ai furbetti del quartierino: miserie (molte) e virtù (poche) del capitalismo italiano), Madron mette a nudo le vicende, le trame e i personaggi che hanno calcato le scene della vita economica, finanziaria, politica e mediatica degli ultimi cinque anni. Lo stile e il tono sono quelli giusti se, come afferma e dimostra ampiamente l'autore, il capitalismo italiano è sempre più una propaggine e un contenuto dell'industria dello spettacolo, sempre più concentrato sulla finanza e sui suoi giochi speculativi che sull'industria e i suoi prodotti come era stato fino agli '80; sempre meno animato da figure discrete, rigorose, laboriose, di banchieri interessati alla fortuna di imprese e banche ma sempre più popolato da personaggi del gossip e delle cronache mondane, eternamente ritratti con una biondona sulla tolda di un panfilo.

Tutto comincia con la morte di Cuccia, silenziosissima figura lontana anni luce dagli attuali attori della finanza-spettacolo, che insieme a pochi altri protagonisti come Agnelli, Pirelli, Lucchini, Cefis e Gardini, oggi scomparsi o usciti di scena, dirigeva dal salotto buono di Mediobanca le vicende finanziarie del Paese. Dopo la scomparsa di Cuccia, infatti, accadono molti fatti poco chiari: la crisi della Fiat, il trionfo e l'uscita di Romiti dal vertice della RCS, il passaggio di mani da Colaninno a Tronchetti di Telecom Italia e per finire le vicende più attuali delle banche straniere che entrano in Italia superando la debole e discutibile resistenza di Fiorani e Ricucci con la complicità di Fazio.

Nel "cuccismo" ci sono, però, già i semi della degenerazione odierna: l'appoggio a Colaninno che, senza soldi ma con l'appoggio di D'Alema, sottrae agli Agnelli Telecom Italia e regala all'azienda trentacinquemila miliardi di lire di debiti, oppure le imprese di Romiti che, dopo aver dominato a lungo sulla Fiat bloccandola sul piano dell'innovazione e godendo al contempo di un'incredibile aura di prestigio per il solo fatto di aver sconfitto il Sindacato, lascia migliaia di miliardi di debiti alla RCS.

Madron è capace, soprattutto, di realizzare con poche pennellate i ritratti autentici delle figure dominanti del sistema bancario italiano, i due ex democristiani, eppure così diversi, Giovanni Bazoli e Cesare Geronzi. Il primo è il grande patron della finanza bianca del Nord, che ogni giorno viaggia tra Brescia e Milano su un treno di pendolari in seconda classe, sempre contrito ma capace di barcamenarsi perfettamente tra destra e sinistra; il secondo, invece, è l'equivalente di Andreotti nella Banca di Roma, l'uomo sempre in sella nonostante i molti avvisi di garanzia che grazie al finanziamento di partiti come i DS, di squadre di calcio e di tante istituzioni cattoliche, non ha mai perso il controllo di quella che è una parte importante del sistema bancario italiano.

Bellissimo, poi, il suo ritratto di Tronchetti Provera: "Di primo acchito, uno che sfugge, che non si lascia inquadrare. Tronchetti Provera è come il castello del romanzo di Kafka: gira e rigira, non ti lascia entrare da nessuna parte.Dicono che sia un bravissimo sciatore, ma prima che sulla neve è uno slalomista della parola che allude alle cose senza mai entrarci dentro, lasciandole sospese sul bilico di una voluta ambiguità. Tanto che alla fine chi lo ha davanti resta attonito, spaesato e gli verrebbe voglia di toccarlo per vedere se è vero. Ma siccome è anche un potere forte, di questa sua propensione a eludere ne ha fatta un'arte, costruendovi sopra una carriera di successo. Inutile, mentre si parla con lui, cercare nelle pieghe della voce i sottintesi, le cose che non dice ma pensa, o addirittura tracce di un qualsivoglia giudizio, perché Tronchetti Provera è una sfinge ("e io la sua piramide", chioserà Afef di fronte alla definizione di suo marito). Lo guardi negli occhi, tenti di farlo sbilanciare ma lui non lascia trasparire niente. Imperturbabile, al punto di suggerire che si tratti di una doppia personalità, nelle quale convivono, opposti, un pubblico e un privato. Ma non è così, niente Dr Jekyll e Mr Hyde, solo un dottor Tronchetti, eternamente uguale: a casa, in barca, in ufficio e, forse, anche con sé stesso. Nella sua spasmodica attenzione a non prestare il fianco, è persino difficile comprendere quale modello di capitalismo abbia in mente: se quello delle famiglie cui per nome e storia appartiene, o quello delle public company che per cultura non dovrebbe disprezzare.

Per Madron il giornalismo italiano ha perso il gusto, la libertà e la passione di raccontare il Paese per quello che è poiché i giornalisti preferiscono dare del Tu ai potenti. Forse per questo, l'unico individuo capace di raccontare l'Italia dei potenti dell'economia e della politica per quello che è realmente diventata è Roberto D'Agostino con il suo sito Dagospia.com, che, come ammette egli stesso, in un Paese normale avrebbe chiuso da un pezzo ma che con il suo "Cafonal", vetrina on line delle feste e delle cene dei potenti, spesso poco eleganti, è lo specchio di quel capitalismo-spettacolo, in declino e sempre più colonizzato che stiamo vivendo.

Scheda
Titolo: Il lato debole dei poteri forti
Sottotitolo: Da Cuccia ai furbetti del quartierino: miserie (molte) e virtù (poche) del capitalismo italiano
Autore: Paolo Madron
Editore: Longanesi &C.
Prezzo: 14 euro

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Pier Luigi Tolardo