I videogiochi e la morale

I videogiochi possono essere meno immorali? L'ipotesi di un videogioco "eticamente corretto".



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-01-2007]

gamepad

Vittorio Bertola è uno dei pionieri della Rete italiana ma anche un imprenditore impegnato anche nella realizzazione di videogiochi. Gli abbiamo fatto qualche domanda sul rapporto tra videogiochi ed educazione dei ragazzi che sembra un tema fin troppo di attualità.

Zeus News: Negli ultimi mesi è stato più forte del solito l'allarme dei media sul carattere violento e diseducativo dei videogiochi per bambini e adolescenti. E' vero che le cose sono peggiorate?

Vittorio Bertola: "Non credo che siano particolarmente peggiorate, anche se certamente viviamo in una società in cui l'etica passa sempre di più in secondo piano rispetto alle possibilità offerte dalla tecnica e dagli affari. Tuttavia verso i videogiochi, in chi lavora nei media tradizionali, c'è spesso una miscela di antipatia congenita e di scarsa competenza sull'argomento, che porta ad ondate cicliche di allarmismo".

"Bisogna considerare la globalizzazione crescente della cultura: certe scene o certe ambientazioni che sono considerate normali in Giappone possono scandalizzare buona parte degli italiani, e più Internet avvicina le varie culture, più dobbiamo confrontarci con attitudini diverse dalle nostre".

Zeus News: Mastella ha proposto un'Authority per il controllo dei videogiochi e c'è chi come Rutelli pensa di estendere la censura preventiva anche ai videogiochi.

Vittorio Bertola: "Credo si tratti di una scelta sociale che va presa in modo uniforme: se troviamo corretto che esista una censura preventiva per il cinema, allora non vedo perchè essa non vada applicata anche ai videogiochi, soprattutto ora che il confine tra le due forme di intrattenimento diventa sempre meno distinguibile".

Zeus News: Quindi sì alla censura?

Vittorio Bertola: "La vera questione è allora se sia giusto che lo Stato valuti preventivamente i contenuti con cui i cittadini entreranno in contatto. Credo che la censura in sé sia sbagliata, ma che possa essere utile un sistema di valutazione che porti a etichettare in modo chiaro i prodotti di intrattenimento, in modo che il consumatore finale possa scegliere con cognizione di causa".

Zeus News: Tocca al consumatore scegliere se rispettare le indicazioni o meno?

Vittorio Bertola: "Esatto. Essendo impossibili le regolamentazioni uniformi e globali su cosa sia accettabile su Internet, esisteranno sempre più facilmente modi per aggirare le decisioni della censura italiana mediante acquisti o scaricamenti online. La responsabilità su ciò che fa un minore è però sempre dei genitori, la censura non deve essere un modo per essi di evitare di prendersene cura.

Zeus News: Alcuni ipotizzano la produzione di videogiochi italiani "eticamente corretti": potrebbero esserci produttori interessati e un mercato adeguato?

Vittorio Bertola: "Credo che poche persone comprerebbero un videogioco solo perché esso è "eticamente corretto", ammesso di trovare una definizione sufficientemente condivisa di ciò che è corretto. Ciò non toglie però che chi produce videogiochi dovrebbe porsi naturalmente il problema di quale messaggio venga trasmesso a chi li usa, specialmente nel caso di giochi diretti ai bambini o agli adolescenti".

Zeus News: Quindi, videogiochi divertenti innanzitutto?

Vittorio Bertola: "Certo, ma evitando volontariamente di inserire elementi che possano dare cattivi esempi o propugnare stereotipi negativi."

Il sito di Vittorio Bertola.

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Pier Luigi Tolardo