Peer to peer, legale o no

Annullata in Francia una decisione che limitava i poteri delle major musicali, mentre in Finlandia non si può sproteggere, ma si può copiare un contenuto sprotetto.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-05-2007]

pirata

Contraddicendo la decisione adottata nel 2005 dalla Commissione Nazionale per Informatica e Libertà, il più alto giudice amministrativo francese ha dichiarato legale il tracciamento automatico di chi scarica illegalmente musica mediante la tecnologia del peer-to-peer, pur confermando che resta vietato l'invio ai navigatori di ogni comunicazione che tenda a "sensibilizzarli" una volta scoperti.

Cardine della sentenza sarebbe la considerazione che il tracciamento non configura un mezzo sproporzionato rispetto alle dimensioni assunte dalla pirateria informatica in Francia.

Ovviamente fanno salti dalla gioia la Sacem (Società Autori Compositori ed Editori Musicali, l'omologa della nostra Siae) e Scpp e Sdrm, organizzazioni private degli autori e compositori variamente articolate sul territorio ma accomunate dagli interessi.

In particolare, al Società Civile dei Produttori Fonografici lamentava che l'interdizione del Cnil, non avendo permesso di portare avanti le azioni di prevenzione e repressione dei fenomeni di pirateria musicale, avrebbe reso la Francia uno dei paesi dove più si sarebbe sviluppata la pirateria informatica e di conseguenza ne sarebbe stato proporzionalmente danneggiato il mercato della musica online. In ogni caso i tecnici ed i programmi di tracciamento sono pronti da tempo, sostengono gli interessati; uomo avvisato...

Rifiutano di farsi "avvisare", invece, i cracker finlandesi. Pare infatti che nel paese dei laghi e delle renne viga una legge per cui sproteggere dal Drm è illegale soltanto quando il sistema costituisce una valida protezione contro la copia.

Perciò, secondo una recente sentenza, da quando sull'internet sono stati diffusi i programmi per aggirare il sistema Css di protezione per Dvd, chi copia non commette più reato perseguibile.

Il divieto di copiare, in sostanza, diverrebbe soltanto un "comando giuridico" in quanto non più assistibile dalla sanzione. Il tribunale è giunto a questa sorprendente e per qualche verso innovativa sentenza sulla base di quanto asseverato da alcuni esperti informatici che hanno non solo confermato la diffusione dei programmi anticopia ma hanno addirittura fatto presente alla corte come alcuni tra i software per masterizzare contengano già incluso una routine per bypassare la protezione.

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