Il WWF a braccetto con Microsoft

Il panda, per monitorare le oasi, chiede aiuto al colosso di Redmond. Sporcarsi le mani conviene?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-07-2008]

Pandollar, il simbolo del WWF all'interno del doll

I mutamenti climatici sono purtroppo una delle maggiori emergenze in campo ambientale, e anche le oasi del WWF ne mostrano i preoccupanti segni. Per studiare il fenomeno, l'associazione del panda ha deciso di trasformare le proprie riserve in laboratori di monitoraggio. Il progetto vede, tra i partecipanti, Microsoft Italia.

Ci piacerebbe entrare nelle teste dei nostri amici del WWF, per capire cosa li abbia indotti a una scelta di tale genere. Forse, avranno pensato che, di fronte a un progetto di tale prestigio, e di fronte alla tragedia dei mutamenti climatici in atto, occorre fare delle scelte. Scelte nelle quali le emergenze del nostro pianeta vengono sicuramente prima di questioni di principio, come l'open source, la condivisione dei saperi, il software libero.

Forse avranno pensato che, di fronte a un capitalismo cattivo, quello per esempio della cementificazione e delle guerre per il petrolio, c'è un capitalismo buono, fatto di aziende che producono beni immateriali, come il software, e investono parte dei loro proventi in fondazioni benefiche e in progetti come quello del monitoraggio nelle oasi.

Magari pensano pure che, di fronte ai mali della Terra, le divisioni, le polemiche siano inutili, e che magari sia possibile un'alleanza tra software proprietario e software libero, tra Windows e Linux, tra il diavolo e l'acquasanta. Un'alleanza che farebbe tanto piacere alla dirigenza del nostro partito democratico.

Peccato che le cose non stiano esattamente in questi termini. Se è vero che Microsoft non è direttamente responsabile di disastri ambientali, la sua politica commerciale, per loro stessa ammissione, è devastante. I ripetuti libri bianchi pubblicati da analisti indipendenti sbandierano boriosamente l'aumento del PIL, dato essenzialmente dalla vendita di hardware nuovo, dovuto a Windows Vista.

E non potrebbe essere altrimenti, visti i mostruosi requisiti di sistema richiesti deliberatamente per questo sistema operativo. L'esito fallimentare delle vendite non ha mitigato più di tanto l'impatto, visto l'annuncio di oltre 140 milioni di licenze distribuite in poco più di un anno dalla sua introduzione.

Se non facciamo male i conti, parliamo di almeno cento milioni di PC sostituiti inutilmente. Quindi, se i dati dell'Università delle Nazioni Unite sono veri, si tratta di 24 milioni di tonnellate di gasolio bruciate, due milioni di tonnellate di composti chimici pericolosi, e 150 milioni di metri cubi di acqua sprecati, solo per permettere a 100 milioni di utenti di far girare il sistema operativo, esattamente come facevano col vecchio hardware.

La cosa più stupefacente dell'intera vicenda potrebbe però essere che, nello sporcarsi le mani con il re dell'impatto ambientale, il panda non ci abbia preso nemmeno una lira.

Nei pomposi comunicati di casa Redmond, infatti, non si fa cenno né all'apporto economico/finanziario, né a un'eventuale partecipazione al costoso staff scientifico, che immaginiamo a carico del mondo accademico e dei volontari del WWF. Non sarebbe la prima volta che Microsoft si fa della pubblicità in cambio di software, ossia tecnicamente a gratis.

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