The Pirate Bay, accolto il ricorso: sarà di nuovo accessibile dall'Italia

Il Tribunale di Bergamo ha stabilito che si potrà tornare a navigare nelle tormentate acque della "baia".



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-09-2008]

the pirate bay

Il sito di The Pirate Bay, uno dei più noti tracker di file Bit Torrent, tornerà a essere accessibile liberamente dall'Italia. E' questa la decisione del Tribunale di Bergamo, che ha annullato il decreto di sequestro preventivo dello scorso 1 agosto.

Secondo quanto disposto dal Tribunale, quindi, gli internet provider dovranno nuovamente permettere l'accesso degli utenti al sito della "baia", togliendo il blocco ai Dns e al nome di dominio.

Come ricorderete la vicenda era apparsa subito ingarbugliata e anomala per molti aspetti. A partire dallo scorso 10 agosto il sito di The Pirate Bay appariva inaccessibile, ma subito veniva fuori che a essere tagliati fuori erano solo gli utenti italiani.

Mentre la situazione era ancora ingarbugliata, Peter Sunde, uno degli amministratori, svelava che il sito era stato bloccato da un tribunale italiano. In quell'occasione definì l'Italia "fascista" e con "un fascista al potere: Silvio Berlusconi", in colpando quest'ultimo del blocco del dominio e del sito di The Pirate Bay.

Mentre chi non è andato in vacanza (siamo nel periodo di Ferragosto) si organizza per continuare ad accedere al tracker dei "pirati" utilizzando altri Dns o trucchetti vari, è nei giorni successivi che vengono a galla altri particolari nefandi. In particolare si ipotizza che siano stati i discografici a "suggerire" alla Guardia di Finanza di dirottare sul sito di Pro-Music (di proprietà dei discografici stessi) gli utenti che cercavano di raggiungere The Pirate Bay.

E' poi un hacker italiano (nel senso "buono" del termine, ovvero smanettone) a segnalare che il reindirizzamento consentirebbe all'associazione dei discografici di leggere e addirittura manipolare i cookie degli utenti.

Il caso diventa sempre più acceso. Fastweb (uno dei provider interessati dal provvedimento) e l'associazione Aduc si scambiano reciproche accuse, tra una denuncia al Garante della Privacy e l'altra; anche i discografici annunciano che chiederanno i danni e quereleranno tutti quelli che, secondo loro, li avrebbero diffamati.

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