Apple e Opera Software non permettono un'installazione rapida e comoda delle patch: così gli utenti rimandano, i browser restano indietro e i criminali se ne approfittano.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-05-2009]
Gli utenti di Opera e Safari sono pigri nell'aggiornare i propri browser e questo li espone a tutti i rischi che derivano dall'uso di una versione che non dispone delle ultime patch.
Sono queste le conclusione cui è giunto un gruppo di ricercatori di Google Switzerland e dell'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia analizzando i dati raccolti dai log di Google.
A tre settimane dal rilascio di una versione aggiornata di Opera, solo il 24% degli utenti del browser norvegese l'ha già adottata; la percentuale sale al 53% nel caso degli utenti di Safari.
Nella classifica manca Internet Explorer: lo user agent, infatti, non mostra la versione dell'aggiornamento e non permette così di rendersi conto della situazione.
Sarebbe tuttavia ingiusto attribuire tutta la colpa agli utenti: le aziende alle spalle di questi software adottano una politica di rilascio degli update e di segnalazione della disponibilità degli aggiornamenti troppo blanda, che non permette di stare al passo con le minacce.
Opera, per esempio, controlla la disponibilità di aggiornamenti solo una volta alla settimana e, anche in caso di riscontro positivo, costringe a una nuova installazione completa, pratica che può invitare gli utenti a rimandare - spesso indefinitamente - la procedura.
Gli utenti di Safari sui sistemi Apple, invece, sono costretti ad applicare anche gli aggiornamenti al sistema operativo prima di poter aggiornare anche il browser: ciò rallenta - secondo i ricercatori svizzeri - l'installazione delle patch.
Tutta la ricerca condotta da Google, insomma, sembra indicare la bontà della politica di aggiornamenti automatici - e silenziosi - inseriti proprio nei prodotti di Google.
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