Perché i giocattoli digitali mandano ai loro fabbricanti le foto dei bambini?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-12-2015]

vtech children iot

Un intruso informatico è entrato nei server della VTech, una società con sede a Hong Kong che fabbrica tablet, telefonini, gadget e giocattoli collegabili a Internet, e ha scoperto che la società archiviava nomi, indirizzi di e-mail, password e indirizzi di casa di milioni di acquirenti e i nomi e le voci e le foto dei loro figli. Disgustato dalla scoperta, l'incursore digitale l'ha segnalata ai giornalisti di Motherboard, che hanno reso pubblica questa violazione su vasta scala della fiducia degli utenti.

VTech ha confermato pubblicamente la vicenda, ma senza rivelarne con chiarezza la reale portata o le implicazioni, che sono davvero notevoli: per esempio, dato che le password degli utenti erano custodite dalla VTech con un sistema di protezione facilmente scavalcabile, è facile per un aggressore ricavare queste password, abbinarle all'indirizzo di mail dello specifico utente e poi tentare di rubare all'utente l'account di mail contando sul fatto che molti usano ripetutamente la stessa password per tutti i propri servizi online. Inoltre la disponibilità dell'indirizzo di casa e delle foto dei minori spalanca la porta a intrusioni e ricatti.

Soprattutto la domanda di fondo è cosa se ne faccia, una società come VTech, di questi dati personali degli utenti. La risposta tecnica è che li raccoglie per offrire il suo servizio Kid Connect, che consente ai genitori di chattare via smartphone con i figli che usano per esempio un tablet della VTech. Ma questi servizi si possono anche realizzare senza custodire i dati degli utenti in modo così insicuro.

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I bambini sempre più spesso entrano in contatto con la tecnologia a una tenera età (per giocare, comunicare e cercare informazioni), anche grazie alla diffusione di smartphone e tablet. Quale dovrebbe essere la maggiore preoccupazione dei genitori?
Potrebbero visionare materiale inappropriato o visitare siti inopportuni.
Potrebbero comunicare con sconosciuti o persone non ritenute affidabili.
Potrebbero essere vittime di cyberbullismo, sui social network o altrove.
Potrebbero spendere denaro online senza che i genitori lo sappiano, anche a causa delle app che richiedono acquisti online durante i giochi.
Potrebbero diffondere dati personali (compresi foto e filmati) senza essere coscienti dei rischi.
Potrebbero incorrere in difficoltà a relazionarsi con amici dal vivo, nascondendosi dietro relazioni disintermediate dal mezzo informatico.

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Purtroppo questo approccio disinvolto alla raccolta di dati e alla loro custodia è molto diffuso fra le aziende che si sono buttate da poco nell'informatica seguendo la moda della cosiddetta "Internet delle cose". Meglio allora evitare i giocattoli digitali che si connettono a Internet.

Se avete acquistato un dispositivo VTech e volete sapere se siete coinvolti in quest'ennesima violazione, consultate HaveIBeenPwned, sito dedicato alla raccolta di informazioni sulle violazioni informatiche di massa che offre un servizio nel quale si può immettere un indirizzo di mail (per esempio il proprio o quello dei figli) per sapere se è stato coinvolto in qualcuna di queste violazioni.

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Paolo Attivissimo

(C) by Paolo Attivissimo - www.attivissimo.net.
Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura.

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 6)

...
24-12-2015 19:22

La rapacità delle aziende nei confronti dei dati personali degli utenti e acquirenti non ha decisamente più limiti. Purtroppo condivido le opinioni di skin su ciò che avverrà a seguire su questa denuncia come su tante altre che l'hanno preceduta e su quelle che seguiranno sul medesimo tema. :roll:
23-12-2015 10:25

{skin}
Chissà perché questa notizia non mi stupisce. E non sarò stupito quando finirà, come le altre simili, nel dimenticatoio. Subito oppure dopo un breve battage tirato su dai giornalisti per vendere i loro articoli. Le immense mandrie di "consumatori" consumano tutto alla svelta; anche la memoria dei... Leggi tutto
16-12-2015 20:58

Che presto sarà chiamata "dati preziosi" ... Roba da matti...
16-12-2015 20:04

Stando al loro sito, il distributore per l'Italia è la giochi preziosi.
16-12-2015 17:03

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Una donna è stata querelata per una recensione negativa di un ristorante scritta su Trip Advisor. Quale di queste affermazioni trovi più vicina al tuo pensiero?
Non è giusto che un'opinione scritta su Internet sia considerata pari a un articolo su un giornale. Bisogna rivedere al più presto le leggi sulla difesa dell'onore e sulla diffamazione.
E' giusto che anche sui forum o su Facebook o sui siti di recensioni si applichino le leggi relative alla diffamazione. Un'opinione negativa può rovinare la reputazione di un locale.
Gli utenti devono poter esprimere con la massima libertà la propria opinione su ristoranti, alberghi, ma anche prodotti o servizi acquistati. Un'opinione negativa non dovrebbe essere considerata diffamazione.
Trovo che oggi più che mai sia necessario prestare la massima attenzione a quello che si scrive online.
Le recensioni su Internet sono in gran parte inaffidabili: quelle positive sono scritte dai proprietari, quelle negative dalla concorrenza. In ogni caso l'opinione dei pochi singoli onesti non è significativa.
Vorrei dire la mia sul forum di Zeus News ma temo che prima dovrei procurarmi un buon avvocato, non si sa mai.

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