Da un mensile specializzato in recensioni, parole velenose su uno dei riferimenti più importanti per gli artisti non omologati.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-01-2006]
Chi, come noi, usa la Rete come strumento principe d'informazione e d'interazione, non ha molta simpatia per i giornali cartacei. Ma talvolta, quando parlano di internet, anche questi suscitano la nostra curiosità. Soprattutto se si occupano dei siti che sono un po' i nostri riferimenti ideali e culturali.
Uno di questi è senza dubbio Copyzero, il sistema più geek (ed efficace) di tutela delle opere, nelle mani degli autori. Per chi non lo sapesse, utilizzando questo metodo al posto del deposito presso la Siae, è possibile risparmiare 110 euro ogni cinque anni.
Il servizio Copyzero online, leggiamo dal sito, "è un modo per tutelare il diritto d'autore attraverso un procedimento, rapido ed efficace, finalizzato all'ottenimento di una prova legale dell'esistenza di un'opera ad una data certa".
In più, esso rappresenta l'unica forma alternativa di protezione del diritto d'autore, appositamente studiata per le leggi italiane. L'unico sistema che utilizza diavolerie come la firma digitale e la marca temporale, pienamente legittimate dal nostro ordinamento, ma assolutamente inutilizzate dagli addetti.
Il tutto, gratuitamente, ai soci sostenitori, vale a dire a chi ha effettuato una donazione, anche di un solo euro, prevista dallo statuto dell'associazione. Bello, no?
Questo movimento, dicevamo, è finito in questi giorni sotto gli occhi della stampa tradizionale, quella dell'inchiostro e della carta. Si tratta del prestigioso mensile "Giudizio Universale", ma non è un articolo di elogi.
Tutt'altro: il mensile rivolge a Copyzero l'accusa di essere un servizio commerciale anziché gratuito. Queste velenose insinuazioni mirano, evidentemente, a dipingere l'associazione come un losco ricettore di denaro in nero, in cambio di servizi ridicoli.
"Non è così," sostiene Nicola Grossi, presidente di "Movimento Costozero", nella lettera aperta inviata alla redazione di "Giudizio universale", "la nostra Associazione non vende alcun servizio. Riceve, come qualsiasi altra Associazione no-profit, donazioni ed offre ai donanti la possibilità di utilizzare gratuitamente un servizio: Copyzero on-line."
In linea di principio, sembra aver ragione. Ma chissà quali importi nasconde, questo giochetto: "Ad oggi," replica Grossi, "sulla nostra carta PostePay (ebbene sì: non possiamo permetterci un conto corrente) sono stati versati circa 150 euro."
"Con questi soldoni, legalmente ricevuti," continua Grossi, "dobbiamo pagare i pacchetti di marche temporali per copyzero on-line, nonchè tutte le spese della nostra Associazione. Infatti, l'iscrizione al Movimento è gratuita. Siamo decisamente in perdita: potremmo chiamarci Movimento Sottozero."
Uno scoop eccezionale per "Giudizio Universale". Per una testata dal titolo così pomposo, sarebbe forse meglio occuparsi di faccende tipo i 37,3 milioni di euro per Internet Culturale, piuttosto che dei 150 euro dei ragazzi di Copyzero.
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