Secondo il World Economic Forum, il nostro Paese in ambito networking è peggio di Tunisia, Cipro e Cile.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-03-2006]
Agli americani piacciono i numeri. Servono per sintetizzare una situazione, un insieme di fattori o un risultato in generale. Certo, non e' un metodo simpatico, e molte volte è eccessivamente riduttivo. Ma va da se' che dare i numeri non è una prerogativa degli statunitensi o degli ingegneri.
A parte gli scherzi, la situazione ha poco di divertente, almeno in tema di comunicazioni digitali. Già che le reti in campo sportivo sono solo due per campo di gioco, evidentemente noi italiani ci accontentiamo presto. La dura pagellina in campo di reti questa volta non arriva per l'infortunio di Totti o per rovinare la festa ai giocatori di Fantacalcio, ma nientepopodimeno che dal World Economic Forum.
Si tratta di un'associazione internazionale indipendente con sede a Ginevra e uffici anche a New York, che effettua studi economici e tecnologici a livello mondiale e annovera tra i suoi membri le 1000 principali aziende del mercato globale e realizza partnership con le prime 100 aziende di interesse globale per varie iniziative.
La relazione è disponibile sul sito del World Economic Forum e in particolare in un'altra pagina è disponibile la sola classifica sull'infrastruttura telematica.
Le notizie sono trionfali per gli anglo-americani: gli USA sono di nuovo al primo posto, per la terza volta in cinque anni, con un balzo in avanti di quattro posizioni in un anno, mentre il Regno Unito è finalmente tra le prime dieci nazioni.
Conseguentemente è lecito aspettarsi un bel risultato dell'Italia, alleata nel bene e nel male, dell'Italia delle tre I (Impresa, Internet e Inglese), dell'Italia che finalmente fa bella figura all'estero.
In effetti, tra le 115 nazioni prese in esame, meno della metà raggiunge un risultato positivo. E l'Italia è tra quelle. Ancora più trionfalisticamente si potrebbe sottolineare che molte nazioni europee come Grecia, Lituania, Turchia, Lettonia, Polonia, Croazia, Romania, Bulgaria, Ucraina sono messe peggio.
Ribaltando il punto di vista e guardando ai primi della classe, esaminiamo il giudizio dato al numero due: Singapore, forte di "un eccellente ambiente normativo, un livello di istruzione e formazione tecnica di livello mondiale, e un governo dedicatosi all'incentivazione dell'uso delle ultime tecnologie attraverso tutti i settori economici".
Guardiamo con occhio obiettivo la classifica e notiamo che il 41esimo posto non è un gran che: Tunisia, Cipro e Cile sono più avanzate tecnologicamente; tra le grandi nazioni europee, la Francia è al 22esimo posto e la Germania al 17esimo, con punteggi circa dieci volte superiori.
Nell'agenda delle due coalizioni in gara per le prossime elezioni, sarebbe auspicabile non solo la presa di coscienza di questo disastro (perché le critiche sono facili a farsi, così come è stato facile scrivere queste righe) ma soprattutto qualche progetto al riguardo.
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