Alla fine, sotto la pressione dell'associazione degli industriali del settore, l'OOXML ce l'ha fatta a ottenere anche il riconoscimento dell'ISO.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-04-2008]
L'European Computer Manufacturers Association (ECMA) è un'associazione privata che si propone di uniformare gli standard nel settore delle telecomunicazioni e in quello informatico in generale e com'è noto ad essa in passato già si era utilmente rivolta Microsoft al fine di ottenerne il riconoscimento per il suo formato proprietario Office Open XML.
Di fronte alle critiche e le riserve degli grandi utenti, specificamente le pubbliche amministrazioni che non vedevano di buon occhio la scarsa portabilità nel tempo dei file prodotti con la suite di ufficio prodotta dalla Real Casa, e soprattutto per l'impetuoso avanzare del concorrente Open Document, il formato completamente aperto che con l'appoggio di Big Blue già nel 2006 aveva ottenuto il riconoscimento dell'International Standard Organisation, alla fine anche a Redmond si sono convinti che per non uscire dalla competizione avrebbero dovuto in qualche modo ottenere anche l'approvazione dell'ISO.
Dopo alcune burrascose sedute del comitato ISO, Microsoft aveva promesso di eliminare alcuni vincoli tecnologici e alla fine un gruppo di revisione dello standard ECMA, formato soprattutto da amici e parenti stretti del gigante di Redmond, ha permesso a quest'ultimo di ripresentare le sue richieste di riconoscimento.
Si conterebbe infatti circa un 70% di sì tra adesioni e astensioni; tra queste ultime la Francia, evidentemente convinta ad una minore intransigenza nonostante l'opposizione del proprio ente più rappresentativo, mentre al deciso assenso sono passati proprio quei paesi che ultimamente più hanno beneficiato di promesse e "sostegno" Microsoft come ad esempio Repubblica Céca, Corea del Nord e Irlanda, mentre solo il Venezuela di Chavez ha avuto il coraggio di dire no al gigante americano.
Motivo della "rivalutazione della situazione" e dell'accoglimento in seno all'ISO sarebbe stato non una riformulazione dei contenuti da parte di Microsoft come sarebbe stato lecito attendersi ma una semplice accettazione della proposta dell'ECMA di favorire in qualche modo non tanto l'interoperabilità dei documenti quanto la futura leggibilità degli stessi nei tempi a venire.
Tradotto nel linguaggio di tutti i giorni, si tratta in sostanza soltanto i una promessa di futura leggibilità verso il basso -cosa del resto utile e già utilizzata non solo da Microsoft sotto pena di un suicidio dal punto di vista commerciale- in cambio di una patente o marchio di qualità internazionalmente riconosciuto che permetterà ulteriori lauti guadagni.
Perciò probabilmente assisteremo, in un futuro più o meno prossimo, alla gestione di due standard di documenti (ODF e OOXML) che non beneficeranno di un riavvicinamento del formato come sarebbe stato auspicabile; e forse, addirittura di due standard per la suite Office di Microsoft, di cui una proprietaria e chiusa e un'altra libera e lasciata alla libera iniziativa e buona volontà degli sviluppatori indipendenti.
Quel che è peggio, nessuno ancora è stato in grado di spiegare il perché si sentisse tanta necessità e urgenza di avere ben due archivi diversi in standard ISO, prodotti con software in grado di fare entrambi le stesse cose.
Come a dire che per mangiarsi un paio di spaghetti non può prescindersi dall'esistenza di ben due distinte forchette tre cui scegliere. Sarà una specie di par condicio anche lì.
Aggiornamento
OOXML diventa uno standard ufficiale, in quanto ha ricevuto un numero di voti sufficiente (oltre il 75%) dai membri della commissione ISO. Microsoft ottiene quindi l'agognato risultato, pur essendo un formato solo parzialmente aperto e assolutamente non libero.
Probabilmente adesso la diffusione di Open Document rallenterà un poco.
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