"Troppo cari gli SMS", lo dice anche l'Antitrust

Il mercato italiano delle telecomunicazioni mobili è caratterizzato da una bassa trasparenza e da una concorrenza inesistente. L'indagine dell'Antitrust va avanti da otto mesi, ecco i risultati: le nostre tariffe sono le più alte d'Europa.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-05-2009]

Antitrust Sms troppo cari scarca trasparenza

Dopo otto mesi di indagine, l'Antitrust si è accorta dell'anomalia italiana circa i costi degli Sms: mentre l'Europa ha deciso che l'invio di messaggi di testo in roaming deve avere un tetto massimo di 11 centesimi, da noi il prezzo medio per i messaggi nazionali è di 15 centesimi.

"Ci sono margini di riduzione dei prezzi sia al dettaglio che all'ingrosso" prosegue l'Antitrust, che ha condotto l'indagine insieme ad Agcom, ma il mercato nel nostro Paese soffre di "scarsa trasparenza, condizioni sfavorevoli per i consumatori e tariffe all'ingrosso che disincentivano l'ingresso degli operatori virtuali".

Il mercato degli Sms in Italia (cresciuto del 40% nell'ultimo biennio) è diviso tra una minoranza di utenti che - grazie a tariffe e offerte promozionali - riesce a inviare un gran numero di messaggi pagandoli mediamente un solo centesimo e una maggioranza (il 62%) che invece li paga a prezzo pieno, ossia 15 centesimi.

"È evidente che non tutti i consumatori sono consapevoli delle opportunità offerte dal mercato: è dunque necessario che gli operatori diano maggiori informazioni sulle opzioni tariffarie disponibili" spiegano gli autori del rapporto conclusivo, facendo notare che c'è ancora un ampio spazio di crescita per il mercato degli Sms, almeno stando ai dati rilevati nelle altre nazioni.

Se da noi invia Sms il 47,9% degli utenti di telefonini (in Italia sono attive circa 90 milioni di Sim), nel Regno Unito questa percentuale sale fino all'80%; la stessa cifra si registra in Germania e in Francia.

Già ora il mercato è redditizio: Sms, Mms e traffico dati hanno generato nel 2008 3,97 miliardi di euro; 2 miliardi provengono solo dagli Sms, mentre gli Mms quasi non vengono usati.

Da questi dati si capisce come mai gli operatori non siano particolarmente invogliati a dividere la torta con nuovi soggetti.

Gli operatori virtuali mobili devono pagare all'ingrosso, in media, 5,25 centesimi per terminare un messaggio sulle reti altrui. Si tratta di un costo maggiore del ricavo per Sms (3,5 centesimi) e comunque superiore ai costi internazionali, il cui massimo è pari a 4 centesimi.

Per questi motivi una vera competizione è molto difficile e, alla fine, gli utenti si trovano a pagare prezzi non solo più alti del tetto massimo internazionale ma curiosamente identici per ogni operatore.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 7)

ehm... io non ho molto da lamentarmi, però singolare come protesta. ma auto-squillarsi così tanto è un impegno... se contiam pure gli adolescenti italiani, ha poca rilevanza, visto che lo fanno continuamente tra di loro Leggi tutto
13-5-2009 17:20

Squillate gente, squillate Leggi tutto
12-5-2009 19:55

{paolo}
e ci voleva un indagine di 8 mesi per stabilire quello che tutti gia' sanno? in Italia la libera concorrenza non esiste, esistono solo i clienti polli da spennare.
12-5-2009 13:50

{Drew}
è normale una tale politica se siamo di fronte ad un cartello...il problema è che l'antitrust non può intervenire in Italia come fa in America. Se potesse vi immaginate il casino? Mediaset, Mediobanca, gli operatori mobili, Telecom, sarebbero da chiudere perchè lesive del mercato. Comunque il cartello della telefonia mobile è una realtà,... Leggi tutto
12-5-2009 13:44

{gianluigi}
meglio tardi che mai.. si certo!!! Leggi tutto
11-5-2009 20:40

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