La manovra per un'eventuale fusione con Telefonica potrebbe nascondere una pressione sul Governo per poter ricorrere maggiormente agli ammortizzatori sociali.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-05-2009]
Bernabè nega di stare pensando seriamente a una fusione tra Telecom Italia e Telefonica: non è suo compito, dice, "ci devono pensare gli azionisti". Bernabé nega anche di avere ricevuto pressioni dal Governo per non procedere sulla strada della fusione con gli spagnoli e rifiuta ipotesi di scorporo della Rete perché ritiene sufficiente l'adozione del modello "Open Access" in versione italiana, appena adottato; ma non disdegna eventuali aiuti pubblici per lo sviluppo della banda larga.
Come ottenere più soldi per la banda larga e, nel contempo, salvaguardare l'italianità del controllo e l'unicità di Telecom? Lo chiedono il governo Berlusconi ma anche l'opposizione del Pd. La strada potrebbe essere quella della continuazione dell'opera di riduzione dei costi, soprattutto quello del lavoro, con nuove riduzioni di personale.
Non a caso, Telecom Italia nell'incontro con i sindacati del 20 maggio ha ribadito di voler procedere alla messa in mobilità del personale del 1254, senza passare attraverso soluzioni più indolori come il contratto di solidarietà; l'azienda ha comunicato ai sindacati che il traffico verso i servizi clienti 187 e 191 è calato ancora, producendo ulteriori esuberi.
Ricorrere maggiormente agli ammortizzatori sociali per permettere a Telecom Italia di ridurre gli organici, prima che un'eventuale aumento dell'età pensionabile renda più difficoltosa la fuoriuscita del personale più anziano: forse è questa la vera manovra a cui sta lavorando Bernabè e il suo management.
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