Il Conseil Costitutionel vota le disposizioni repressive. L'Europa si appresta a convalidare un emendamento svuotato d'ogni significato.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-10-2009]
Occorre dire che i politici del governo d'oltralpe quanto a manovrine sotterranee ci sanno fare, almeno tanto quanto i nostri; né l'organismo di controllo corrispondente alla nostra Corte costituzionale è inferiore, quanto meno nel campo delle contraddizioni, volte a giustificare mutamenti di indirizzo a 180 gradi.
Nulla di illegale, ovviamente; ma occorre tuttavia ricordare la locuzione del nostro giurista Santi Romano che ammoniva: "ubi societas, ibi jus" perché quando nel breve periodo cominciano a contraddirsi le supreme Corti regolatrici, è il concetto stesso di "Stato" che va a farsi benedire, visto che viene a mancare ogni certezza del diritto ed ogni riferimento alla prevalenza della legge su ogni altra istituzione.
Come che sia, e indipendentemente da ogni precedente sensata considerazione avanzata dai politici più sensibili ai diritti della persona e dagli organismi a tutela dei consumatori, le major dell'intrattenimento hanno avuto la loro vittoria; e purtroppo non solo in Francia, vista l'aria che tira nel resto dell'Europa.
Diritti per altro già ampiamente conculcati in precedenza, visto che l'Alta Autorità per la diffusione delle opere e la tuttela dei diritti sull'Interne (Hadopi) si potrà avvalere preliminarmente di opera privata di terzi, di filtri e perfino di presunzioni per portare i possibili "pirati" davanti al giudice.
Ma evidentemente il calcolo di Sarkozy e del suo sicofante Frédéric Mitterrand, ministro della cultura, va a premiarli politicamente e fors'anche in termini di ritorni economici a sostegno delle future campagne elettorali.
Preso nel mezzo di trova il povero Consiglio d'Europa, vero vaso di coccio frammezzo ai vasi di ferro e perciò costretto a rimangiarsi, per evitare irreparabili fratture, quanto già stabilito in ben due occasioni diverse; e cioè che "garantire l'accesso a Internet a tutti i cittadini europei equivale a garantir loro l'accesso alla cultura".
E ciò anche a voler prescindere dall'altra questione fondamentale, anch'essa oggetto di dichiarazione da parte del Consiglio circa l'obbligatorietà per gli Stati membri, di garantire i diritti fondamentali dei cittadini; tra i quali rientra senza dubbio l'esigenza di un giusto processo e la presunzione d'innocenza sino a giudizio definitivo.
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