Per aver scaricato 24 canzoni deve pagare un'ammenda spropositata.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-11-2010]
Jammie Thomas-Rasset è ormai pratica di tribunali: li frequenta sin dal 2007, quando i rappresentati di varie major la portano davanti a un giudice accusandola di violazione del diritto d'autore per aver scaricato con Kazaa 24 brani musicali.
Inizialmente la donna viene condannata a pagare 222.000 dollari di danni: le case discografiche sono convinte che ogni copia non acquistata di un brano equivalga a un furto e non possono accontentarsi di riottenere mero il valore di mercato delle canzoni (ossia circa un dollaro l'una).
Jammie ricorre in appello e il processo di primo grado viene considerato nullo per un vizio di forma: il giudice stabilisce che l'ammenda non è paragonabile ai danni subiti dalle major, e così bisogna ricominciare da capo.
Passano alcuni mesi e la multa, giudicata incostituzionale, viene ridotta a 54.000 dollari a brano; dopo alcune settimane e un nuovo processo-lampo (con l'abituale condanna) ecco che l'ammenda cresce a 62.500 dollari a canzone, che portano all'attuale totale di 1,5 milioni di dollari.
La storia non è certamente finita qui: è facile prevedere che il giudice ridurrà ancora la multa, che peraltro una madre single come Jammie Thomas-Rasset non potrà mai pagare, ma la donna non ha alcuna intenzione di cedere.
Non si considera innocente: non è però disposta a pagare la cifra richiesta dalle major - che hanno annunciato di voler utilizzare i soldi per finanziare le campagne contro la pirateria - ma soltanto il valore di mercato delle canzoni scaricate.
È in ogni caso notevole vedere come l'ammontare della multa possa variare con tanta facilità: segno, probabilmente, che non c'è una vera base su cui calcolare dei danni concreti, ma solo le avide pretese delle società le quali, più che al denaro, puntano a voler infliggere una punizione esemplare.
L'obiettivo finale è infatti sempre lo stesso: evitare che la musica - e i contenuti in generale - si possano duplicare anche dopo averli acquistati una prima volta, pretendendo anche il pagamento di ogni copia successiva (per esempio, per passare dal CD al lettore MP3, ma anche per un eventuale backup).
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