Fondata dal sociologo del Web Carlo Formenti, da Stefano Porro e Igino Domanin di Clarence, è una nuova webzine che vuole dare voce a chi nella net economy lavora e vuole continuare a lavorare.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-12-2002]
Stefano Porro è uno dei fondatori di Clarence e ora intraprende una nuova avventura, una webzine sui temi del lavoro nella new economy: Quinto Stato. Gli poniamo qualche domanda per capire meglio di cosa si tratta.
ZN: Innanzitutto chi c'è dietro Quinto Stato? Chi siete?
Porro: Quinto Stato masce da un'idea di Carlo Formenti (saggista, giornalista del Corriere della Sera, esperto di nuove tecnologie), Igino Domanin (scrittore, ricercatore di Filosofia Teoretica alla Statale di Milano, della redazione di Clarence), Walter Molino (collaboratore de Il Diario e consulente di comunicazione aziendale), Marco Barbieri (ex Sole 24 Ore e fondatore del quotidiano .Com) e del sottoscritto. Come vedi siamo persone che, per passione e professione, hanno a che fare quotidianamente con il mondo della comunicazione e delle nuove tecnologie. Questo ci permette di entrare in contatto, giorno per giorno, con i fautori ed i protagonisti della net economy italiana e soprattutto milanese. Negli ultimi mesi di sboom finanziario e di totale calo di prospettive culturali, economiche e sociali, ci siamo resi conto della effettiva mancanza di un punto di raccordo che costituisse la rappresentanza e permettesse l'incontro e la riflessione di quello che Formenti, nel suo ultimo libro (Mercanti di Futuro, einaudi) ha definito il "blocco sociale" della net economy.
Porro: Il Quinto Stato è una nuova classe sociale. Siamo tu, io, e chi ci legge in questo momento. L'avvento delle nuove tecnologie della comunicazione ha rivoluzionato profondamente i meccanismi economici, sociali, politici tradizionali. E quindi ha determinato nuove forme di conflitto, ma non ha ancora identificato forme di rappresentanza e di mediazione degli interessi in gioco. Per dirla in breve: chi rappresenta culturalmente, socialmente e persino sindacalmente tutti i lavoratori della net economy? Ancora nessuno! Perché la novità di questo blocco sociale è tale che le strutture esistenti non sono ancora ingrado di comprenderla a fondo. Ovviamente il nome di Quinto stato vuole essere un'evoluzione del quarto stato, un blocco ancora non ben delineato come rappresentanza ma già fortemente ramificato nel tessuto socio-culturale.
ZN: Cosa vi proponete concretamente e cosa si può fare sul vostro Blog?
Porro: Il nostro è un Blog abbastanza sui generis. Quinto Stato è innanzitutto una testata registrata, da cui partiranno idee, provocazioni, analisi e riflessioni. Ma i giornalisti non siamo solo noi, anzi. Vogliamo che a fare il giornale siano soprattutto i lettori con i loro interventi e le loro testimonianze. Da qui l'idea di usare lo strumento del blog, che sarà un punto di raccordo tra tutte le anime del blocco sociale di cui parlavo. Il magma del Quinto Stato spazia dagli Imprenditori Liberal di Riccardo Sarfatti alle Tute Arancioni di Matrix. Finita l'era delle dotcom quotate in borsa, parte una nuova net economy. Noi siamo lì, e cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo per ravviarla.
ZN: Una domanda più personale. Tu sei uno dei fondatori-protagonisti di Clarence. C'è posto ancora, come e quale, per voci indipendenti nel Web, come è anche Zeus News?
Porro: Non lavorerei ogni giorno a Clarence e non avrei fondato Quinto Stato se non avessi questa convinzione. Credo che il vero valore aggiunto del Web sia proprio quello di dare spazio e far circolare voci, idee e progetti indipendenti. Credo che la condivisione delle conoscenze permessa dalla rete sia uno dei mutamenti antropologici più straordinari a cui andremo incontro nei prossimi anni. Personalmente cerco di fare, nel mio piccolo, la mia parte, per fare in modo che si affermi sempre più come strumento di comunicazione indipendente e copyleft, e non come supermarket globale come copyright.
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