Il social network non vede l'ora di aprire ufficialmente le porte a chi ha meno di 13 anni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-06-2012]
Ufficialmente, Facebook è precluso ai minori di 13 anni. La parte importante di questa frase è "ufficialmente", dato che sono letteralmente milioni i ragazzini che si iscrivono semplicemente barando sull'età.
Tutto ciò per Facebook è un problema. Da un lato, perché se le autorità federali degli USA decidessero all'improvviso d'imbarcarsi nell'improbo compito di fare delle verifiche, scoprirebbero che qualcosa come 7,5 milioni di profili (la stima è di Consumer Reports) appartengono a persone con meno di 13 anni e che il social network sta raccogliendo informazioni su di loro con modalità legalmente valide solo per chi ha superato quella soglia d'età, e quindi illegali.
Dall'altro lato, Facebook vorrebbe aprire le porte anche ai bambini - Mark Zuckerberg lo affermava apertamente già un anno fa - che certamente rappresentano un mercato potenzialmente molto proficuo.
Ecco perché, stando a quanto riporta il Wall Street Journal, nei laboratori di Menlo Park stanno lavorando su tecnologie che consentano l'accesso al social network anche a questa problematica categoria di persone.
Studi recenti» - ha spiegato Facebook a chi chiedeva informazioni sulla questione - «hanno sottolineato quanto sia difficile far rispettare i limiti d'età in Internet, specialmente quando sono i genitori a volere che i figli abbiano accesso a contenuti e servizi online».
In questo, il social network non sta cercando di scaricare la colpa sui genitori: una ricerca sponsorizzata da Microsoft Research e condotta nello scorso autunno ha svelato che il 36% dei genitori è perfettamente cosciente del fatto che i propri figli si sono iscritti a Facebook prima dei 13 anni, e in molti casi sono stati proprio i genitori ad aiutarli.
Così, Facebook è in cerca di alternative, alternative che possibilmente comprendano l'introduzione dei minori di 13 anni nel social network come utenti a pieno titolo, seppure con protezioni speciali.
Una delle strade battute, con la collaborazione di aziende che si occupano di soluzioni per la verifica dell'identità, è sviluppare una tecnologia che consenta a Facebook di controllare che il consenso dato dai genitori ai figli più piccoli per l'iscrizione al social network sia veritiera: lo scopo non è infatti costruire un sito per bambini, ma attrezzare quello esistente con paletti e sistemi di controllo.
L'idea negli Stati Uniti ha già raccolto sostenitori e detrattori. Tra questi ultimi c'è Common Sense Media, associazione che preferirebbe vedere Facebook impegnata a spiegare ai genitori perché dovrebbero impedire ai figli l'accesso al social network sino ai 13 anni.
«Non abbiamo ricerche scientifiche e sociologiche sufficienti per poter valutare i potenziali effetti benefici o dannosi delle piattaforme sociali sugli adolescenti» spiega James Steyer, CEO di Common Sense Media.
Le preoccupazioni vanno dai casi di cyberbullismo alla possibilità che più facilmente i bambini cadano vittime delle campagne di spam o di altre truffe condotte tramite il social network.
«A un certo punto ci sarà battaglia» aveva detto Mark Zuckerberg, e forse ora questa è alle porte.
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gomez