L'associazione delle case cinematografiche statunitensi spinge i gestori delle sale alla tolleranza zero contro tutti i gadget elettronici.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-02-2014]
La vicenda dell'uomo consegnato alle autorità federali USA perché guardava un film al cinema con indosso i Google Glass ha sollevato un'accesa discussione in Rete.
Molti si sono rivolti alla MPAA - l'associazione delle case cinematografiche statunitensi, nota per l'inflessibile atteggiamento verso la pirateria - con lettere di protesta e chiedendo spiegazioni.
Messa di fronte alla necessità di fornire una risposta ufficiale, l'associazione ha fatto sapere che «I Google Glass sono un'innovazione incredibile all'interno del mondo mobile e non abbiamo visto alcuna prova che ne faccia una minaccia significativa tale da portare al furto di contenuti».
Sembrerebbe quindi che la vicenda abbia tutto sommato ottenuto un effetto positivo, con lo "sdoganamento" ufficiale degli occhiali di Google per chiunque voglia portarli al cinema.
Resta tuttavia un problema. La MPAA è la stessa associazione che «raccomanda ai cinema di adottare una politica di Tolleranza Zero nel proibire di registrare il video o l'audio e di scattare fotografie di qualsiasi porzione del film».
Di più: le raccomandazione per le sale cinematografiche invitano esplicitamente a considerare con sospetto chiunque utilizzi uno smartphone nel buio della sala.
«I gestori dei cinema dovrebbe chiamare immediatamente le forze dell'ordine ogni volta in cui sospettino lo svolgimento di attività proibite. Non crediate che un cellulare o una macchina fotografica digitale sia adoperata per scattare foto anziché per registrare un intero film».
Si potrebbe quindi obiettare che gli smartphone saranno oggetti pericolosi da controllare a vista d'occhio, ma i Google Glass certamente non assomigliano a un telefonino.
La previdente MPAA, in tempi non sospetti, aveva già pensato anche a questo: «I ladri di film sono molto ingegnosi quando si tratta di nascondere le videocamere. Possono adottare sistemi semplici come posizionare un cappotto o un cappello sulla videocamere o sistemi innovativi come dispositivi creati apposta per nasconderle (per esempio, una piccola videocamera inserita nella montatura di un paio di occhiali, o nel coperchio di un bicchiere da bibita)».
Ecco qui la porzione-chiave delle raccomandazione, quella che spiega come mai i gestori del cinema in cui l'uomo coi Google Glass è stato fermato si sono comportati in quel modo: era stata la MPAA a spingerli.
Tutto ciò pone quindi un problema: come regolarsi dopo l'ultima uscita dell'associazione, quella che apparentemente benedice i Glass? Non può essere che si sia trattato semplicemente di una mossa di "facciata", considerato il polverone che il fermo dell'uomo ha causato? Smartphone, fotocamere e, forse, smartglass restano i nemici del cinema, almeno secondo la MPAA.
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