Bastano poche precauzione per abilitare il servizio anche in Italia, tassisti permettendo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-05-2014]
La vertenza dei tassisti milanesi contro Uber, che ha avuto anche alcuni momenti di violenza inaccettabile come le uova tirate contro la rappresentante italiana dell'azienda o le minacce anche fisiche contro i tassisti che non volevano rispettare il blocco, si è conclusa.
Ora l'Autorità di garanzia per gli scioperi valuterà se il blocco - indetto senza il preavviso di 10 giorni previsto dalla normativa nonché senza informazioni alla clientela sulle modalità e i tempi dello stesso - abbia violato o meno la legge che regola le agitazioni nei servizi pubblici.
Certamente chi rivendica il carattere pubblico del servizio taxi poi dovrebbe rispettare anche i doveri e le regole connesse a questo status.
Per il governo, intervenuto con il suo massimo esponente, Uber è legale purchè rispetti la legge sugli NCC (noleggio con conducente): ossia deve partire da un'autorimessa e non da una via, e l'attività deve essere svolta da persone con regolare licenza NCC.
Non è invece legale, e per questo motivo sarà repressa, UberPop, la nuova funzione di Uber che permette a chiunque possieda un'automobile e sia titolare di patente di guida da almeno 3 anni di offrire i propri sevizi al pubblico.
Il motivo è che chi si improvvisa "tassista" o NCC senza una licenza, e soprattutto senza una copertura assicurativa per i danni al passeggero e al suo bagaglio, non garantisce innanzitutto l'utenza, oltre ai problemi fiscali che ciò potrebbe comportare.
La rappresentanza italiana di Uber sostiene che la legge attuale è arretrata rispetto all'innovazione e va cambiata; i tassisti addirittura ritengono che l'app debba essere dichiarata illegale.
C'è poi chi, come lo studioso di Telco Franco Morganti e il Movimento 5 Stelle lombardo, pensa che anche i tassisti debbano servirsi di Uber e accettare prenotazioni attraverso questa app, dividendo il guadagno con i gestori dell'app stessa.
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Quali potrebbero essere, però, le condizioni perché UberPop diventi legale anche in Italia?
Innanzitutto è chiaro che, senza una polizza assicurativa che copra i rischi del passeggero, non è legale né opportuno che chiunque offra questo tipo di servizio a pagamento.
Uber stessa, al di là di tutte le liberatorie che può far sottoscrivere, potrebbe essere chiamata a rispondere di danni in solido con il conducente.
Un'altra condizione potrebbe essere quella che prevede che chi offre il servizio non debba aver subito condanne penali, anche prescritte o coperte da indulto, per reati legati alla guida; inoltre dovrebbe accettare di sottoporsi a visite periodiche che accertino che non si tratta di un soggetto alcolista o consumatore di stupefacenti.
Infine, se chi aderisse a UberPop frequentasse un breve corso di guida sicura (l'ACI lo offre in 3 giornate), il quadro delle garanzie per l'utente sarebbe completo.
Certo, a volerla poi dire tutta sarebbe bene chi vende un servizio di autonoleggio con conducente, anche attraverso Uber, sia titolare di regolare partita IVA.
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