È leggenda sin dal 1372.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-10-2014]
Certe storie non muoiono mai e c'è sempre qualcuno che le racconta, perché sono divertenti. Ma diventano preoccupanti quando chi le racconta è un giornalista, che in teoria dovrebbe verificare le notizie prima di pubblicarle: se pubblica una bufala come questa, quanto saranno credibili le altre notizie che firma?
Questa regola vale per la bufala degli amanti incastrati, che è una storia sempiterna con varie ambientazioni ma un tema di fondo: una coppia si concede un amplesso in un luogo o in un contesto che suscita scandalo e i due amanti restano incastrati fra loro, dovendo chiedere con imbarazzo l'intervento dei soccorritori.
Il contesto classico è quello della festa di matrimonio: la sposa promessa si apparta con uno degli invitati, che è il suo amante segreto, e consuma con lui un rapido rapporto sessuale durante il ricevimento, mettendo le corna al marito il giorno stesso del matrimonio.
Ma la trasgressione viene punita dal fato. I due restano incastrati e devono essere portati via in ambulanza ancora avvinghiati, coperti solo simbolicamente da un telo, fra la riprovazione e l'ilarità degli invitati, condita dall'umiliazione bruciante del marito.
Questa leggenda metropolitana è popolarissima: dovunque abitiate, c'è qualcuno che giura che è successo in quella località al matrimonio di una persona che un suo amico conosce. Ne parlano, per esempio, Leggendemetropolitane.net e il CICAP, stroncandola.
Anche MedBunker, ossia Salvo Di Grazia, medico chirurgo, specialista in ostetricia, ginecologia e fisiopatologia della riproduzione umana, non ha dubbi: è una bufala. Ma ogni tanto la storia riaffiora lo stesso, come è successo per esempio al TgCom nel 2009.
La versione che è esplosa in modo virale pochi giorni fa è differente e fa a meno del contesto d'infedeltà: a Porto San Giorgio, un uomo e una donna s'immergono in acqua per fare sesso, ma "dopo l'amplesso, al momento di uscire, lui rimane incastrato dentro di lei. Colpa dell'effetto ventosa", scrive Il Mattino, beccandosi oltre quattromila "mi piace" (a conferma che il giornalismo-trash, nell'era dei giornali online finanziati dai click, funziona).
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Gli amanti incastrati hanno atteso "l'arrivo di una ragazza che passeggiava in spiaggia per farsi passare gli asciugamani" e poi "hanno raggiunto la spiaggia e hanno chiamato un medico che, li ha accompagnati al pronto soccorso". Lì i due sono stati sbloccati: "alla donna è stata praticata un'iniezione usata comunemente per dilatare l'utero alle partorienti".
Ovviamente non ci sono nomi: si dice soltanto che lui è "di Fermo, lei di Porto Sant'Elpidio". Non c'è un'indicazione dell'ospedale o il nome del medico o un'altra fonte per la notizia. L'articolo non è neanche firmato. E soprattutto nessuno si chiede cosa c'entri un farmaco per dilatare l'utero con un presunto incastro durante un rapporto sessuale.
La notizia ha fatto il giro dei media italofoni (Huffington Post, Leggo, Il Messaggero, Il Resto del Carlino, per citarne solo alcuni). Il Resto del Carlino, fra l'altro, regala ulteriori dettagli, raccontando anche i preliminari dell'incontro, datandolo al 10 ottobre scorso e rivelando le professioni dei due protagonisti: "lui avvocato di Fermo, lei architetto di Porto Sant'Elpidio". Ma è principalmente con riferimento al Mattino che la storia ha fatto il giro del mondo: Gawker, The Local, Metro, Uproxx, New York Daily News, International Business Times (edizione australiana), Elite Daily e mille altri.
Le uniche due fonti che riportano la notizia con formula dubitativa sono l'Independent e il Toronto Sun, che hanno interpellato un medico, secondo il quale l'idea dell'incastro post-amplesso è decisamente implausibile. Tutti gli altri, da bravi artisti del copiaincolla e ignoranti in materia di bufale e di sesso, hanno copiato e incollato. Tanto i click e i "mi piace" fanno numero lo stesso, agli occhi degli inserzionisti pubblicitari.
La BBC, invece, segnala una chicca notevole accanto alla smentita che due esseri umani possano restare incastrati per i genitali durante un rapporto sessuale (ai cani capita, invece, ma sono anatomicamente ben diversi): ci sono molte citazioni storiche di questa bufala, e la più antica risale addirittura al 1372, quando Geoffroi de La Tour Landry racconta (in The Book of the Knight of La Tour-Landry) che un uomo di nome Pers Lenard (all'epoca non c'era la legge sulla privacy, evidentemente) fece sesso con una donna su un altare in chiesa e per questo Dio "li legò insieme stretti per quella notte": la coppia fu trovata dai fedeli l'indomani, ancora incastrata "stretta come cane e cagna insieme". Al posto del farmaco dilatatore, tuttavia, in questa versione fu usata la preghiera e i due furono obbligati a tornare in chiesa per tre domeniche, spogliarsi e flagellarsi di fronte alla congregazione.
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