Il rinnovo della seconda parte del Contratto delle Telco.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-07-2003]
Nei giorni scorsi è stato rinnovato il secondo biennio salariale del Contratto Nazionale delle Telecomunicazioni, il contratto di lavoro che si applica ai dipendenti dei gestori di telefonia fissa e mobile e a molte aziende a questi collegate di informatica e Tlc: dipendenti Telecom Italia, Tim, Albacom, Fastweb, Vodafone, Wind, etc.
Il Contratto si è chiuso senza un'ora di sciopero e porterà ad un aumento a regime(alla fine del 2004) di 91 Euro mensili, che sono l'adeguamento biennale dei minimi salariali del settore all'inflazione, per una contrattazione di settore che è nata solo nel 2001 poiché fino a quel momento alle varie aziende si applicavano i contratti più disparati, da quello dei metalmeccanici a quello aziendale Sip fino al contratto dell'Enel o a quello del commercio.
Il Contratto è stato anche il battesimo della neonata Asstel, l'associazione della Confindustria che riunisce i gestori di Tlc italiani. Si può dire che il Contratto ha visto una forte unità d'azione tra le 3 sigle sindacali del settore, Fistel-Cisl, Slc-Cgil, Uilcom.Uil, che non hanno risentito delle divisioni a livello centrale fra le Confederazioni e non hanno avuto i problemi di rapporto che ci sono stati fra i metalmeccanici, confermando una storia di rapporti unitari che è sempre stata molto tranquilla, sia pure fra problemi e tensioni politiche nazionali.
In realtà D'Amato è stato sconfessato in questa analisi proprio dal (suo) VicePresidente di Confindustria Marco Tronchetti Provera, Presidente di Telecom Italia, la più grande impresa del settore, che non solo non ha avuto problemi a concedere aumenti contrattuali superiori al 2% ma in Telecom Italia e in Tim vi ha aggiunto un buon premio aziendale di produttività.
Sono due linee confindustriali che divergono: D'Amato ha cercato di rappresentare i piccoli imprenditori, ha cercato spesso di ridimensionare i sindacati, ad esempio sulla questione dell'art.18, mentre Tronchetti Provera rappresenta quella parte della Confindustria che preferisce la pace sociale alle inutili, traumatiche e costose(in termini di ore di sciopero perse) battaglie cosidette di principio.
L'altra divisione è, invece, interna a tutti e tre i Sindacati: riguarda il fatto che i sindacati dei metalmeccanici di Cgil e Cisl, cioè la Fiom e la Fim, continuano a non accettare che una parte di questi lavoratori, che prima rappresentavano loro, non siano più soggetti al Contratto dei metalmeccanici ma a quello nuovo delle Tlc: addirittura c'è una lettera aperta ad Epifani, Segretario Generale della Cgil, di delegati di Vodafone (che prima applicava il contratto dei metalmeccanici) e di Wind (che invece prima applicava quello degli elettrici) che non potendo più chiedere di ritornare indietro chiedono che sia la Fiom a siglare il Contratto nazionale delle Tlc.
Si tratta del primo caso del genere in Italia e si può spiegare che, finora, con il primato dell'industria metalmeccanica, e dell'auto in particolare, sull'economia italiana anche i sindacati dei metalmeccanici hanno avuto una leadership naturale sul resto del movimento sindacale, anzi erano una specie di Confederazioni potenti e autonome all'interno delle Confederazioni generali, di cui spesso esprimevano i leader (Lama, Carniti, Benvenuto prima di diventare i segretari delle Confederazioni erano i capi dei metalmeccanici).
Oggi non può essere più così: i sindacati metalmeccanici continuano a perdere iscritti, soldi ed influenza, a causa delle crisi industriali, il mondo del lavoro è molto variegato al suo interno, con i servizi che hanno lo stesso peso se non superiore all'industria, e queste sono solo nostalgie un po' fuori dal tempo.
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