Un lucido e appassionato saggio sulla crisi e sulla rifondazione della Net Society.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-08-2003]
Luca De Biase riesce sempre a farci pensare e ad aprire nuovi orizzonti con i suoi saggi lucidi e, nel contempo, ricchi di passione: così è anche per l'ultimo libro "Edeologia. Critica del fondamentalismo digitale", appena pubblicato presso Laterza.
"Edeologia", come l'ultima delle ideologie, l'ideologia della new economy, dopo il crollo delle grandi ideologie ottocentesche, sopratutto quelle progressiste, i grandi messianismi laici, sostitutivi delle religioni, capaci di liberare l'uomo da ogni servitù e fatica ma più ancora di donare la felicità.
Per De Biase anche Internet è stata, in meno di dieci anni, una grande illusione collettiva, che ha accecato opinion maker, politici, economisti e businessmen, fondato e fatto crollare in poco tempo grandi imperi finanziari, occupato le prime pagine dei giornali ed i discorsi della gente comune, costituendo così "lo spirito del tempo" e la "mentalità dominante", una visione della vita perché la vita non ha bisogno solo di strutture materiali ma anche di senso, di grandi narrazioni collettive in cui collocare le nostre vicende individuali, di spiegazioni che trascendano la nostra piccola vicenda.
De Biase ci dice, però, chiaramente, che la Edeologia non è stata un unico omogeneo, chiaro, coerente ed univoco: al suo interno c'è stato lo spirito del liberismo imprenditoriale americano ma anche il comunitarismo degli hackers, gli interessi politico-militari degli Usa ma anche le tendenze libertarie ed iperdemocratiche, molte cose spesso in contraddizione tra di loro.
Mi pare che l'analisi condivisibilissima di De Biase sia questa: il fondamentalismo digitale che è finito con lo scoppio della bolla speculativa è figlio di un altro estremismo, quello economicista degli anni della "reaganomics" (la politica iperliberista di Reagan) e del tatcherismo, del trionfo del mercato come valore supremo, del mercato capace di autoregolarsi sempre e come modello per altre attività, dalla ricerca alla scuola o per la politica, della finanziarizzazione esasperata dell'economia a scapito dell'economia reale.
Uno dei passaggi più belli del libro è quello dedicato a Linus Torvalds, il padre di Linux, al suo rifiuto del solo economicismo in nome di una ricerca al servizio dei bisogni più autentici dell'uomo: il desiderio di cercare e giocare sè stesso nella ricerca, i valori della condivisione e della comunità contro quelli del profitto esasperato.
La "new economy" è in crisi, forse definitiva, ma quello che è ancora fortissimo è il bisogno di una "economia nuova" che non dimentichi la concretezza dei fondamentali economici ma sia sostenibile, a misura d'uomo, capace di responsabilità sociale.
Il desiderio, il sogno, l'utopia di "un'economia nuova" è quello che sopravvive, insieme alla realtà materiale e solidissima della Rete che copre il mondo e che presto avrà un miliardo di persone "wired", al crollo della "Edeologia".
Una delle espressioni che più ricorrono nel libro di De Biase è "riprendere il filo dell'innovazione", quasi un'esigenza più del cuore (la passione) che della mente e l'autore ci fa dare uno sguardo su qualcuna delle nuove frontiere, sempre con l'approccio critico che non abbandona mai: dalle possibilità del Wi-Fi, su cui mettono molta enfasi soprattutto gli americani che vogliono sorpassare il primato europeo della telefonia mobile o la storia di Isabel Tocino, ex ministro dell'ambiente spagnolo, oggi a capo della divisione della Siebel (società leader nel software per il CRM) per l'e-government, il sogno della "rigenerazione elettronica" delle stanche democrazie europee.
Un libro ricco di storie, non solo di commenti, di storie di uomini e donne, il modo di raccontare la new economy tipico di De Biase: forse l'unico modo vero di raccontarla.
Scheda
Titolo: Edeologia
Sottotitolo: Critica del fondamentalismo digitale
Autore: Luca De Biase
Editore: Laterza
Prezzo: 12 Euro
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