Molti genitori insorgono contro l'applicazione di sanzioni ai loro figli da parte degli insegnanti per l'uso del telefonino a scuola.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-11-2015]
Recentemente abbiamo visto il caso della scuola media torinese che ha visto coinvolti molti studenti che usavano il telefonino impropriamente; qualche giorno fa c'era stato un caso simile in una scuola media, con l'uso del telefonino in palestra e in aula.
Contro questi ragazzi sono stati assunti provvedimenti disciplinari che una parte dei genitori ha contestato duramente e ha dichiarato di essere pronto a impugnare in sede legale, prima davanti al dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale e poi Regionale. Ma i genitori si spingerebbero anche davanti al TAR, poiché la scuola pubblica è una pubblica amministrazione contro i cui provvedimenti un cittadino può ricorrere appunto agli organi della giustizia amministrativa, in primo grado il TAR e in secondo grado il Consiglio di Stato.
È legittimo punire con sanzioni come la sospensione uno studente che scatta foto o realizza video in scuola e poi le posta su un social network, condividendole con gli altri studenti e poi con tutto il mondo?
Innanzitutto, a prescindere dall'utilizzo di mezzi come lo smartphone che può riprendere e condividere persone dell'ambiente scolastico e pubblicizzarle, agli studenti non è consentito prendere in giro i propri insegnanti in pubblico, né mancare di rispetto mettendone in discussione il ruolo in forme non rispettose. Atteggiamenti di questo tipo hanno sempre comportato motivo di sanzioni disciplinari anche in epoca pre-smartphone: semmai il postare foto e filmati facendoli diventare di dominio pubblico aggrava i comportamenti e costituisce un'aggravante per le sanzioni.
Anche il prendere in giro i propri compagni di scuola superando certi limiti di leggerezza, buongusto o rispetto, per diventare una forma continua di molestia, che rende la vita difficile al soggetto che subisce (soprattutto se si tratta di un ragazzo oggetto di derisione sistematica, per la sua razza, lingua, aspetto fisico, classe sociale, religione o non religione, orientamento sessuale, modo di vestire, portare i capelli) è sempre stato - o avrebbe dovuto essere - sanzionato dai superiori scolastici con adeguate sanzioni, anche disciplinari. Il riprendere atteggiamenti bulleschi con lo smartphone e pubblicizzarli rende ancora più grave il comportamento e quindi la sanzione.
Fin qui si tratta di concetti che dovrebbero essere scontati e pacifici; ma veniamo all'uso vero e proprio dello smartphone da parte dei giovani. Se ragazze e ragazzi si fotografano in pose discinte, o addirittura nudi nello spogliatoio della palestra o della piscina, o mentre compiono atti sessuali, essi, che ne siano consapevoli o meno, stanno realizzando dei contenuti audiovisivi pedopornografici, che poi vengono condivisi a pagamento o gratis in Rete.
Forse inconsapevolmente, i ragazzi commettono quindi i reati di produzione e diffusione di materiale pedopornografico, anche se si autoritraggono e se sono consenzienti. La scuola non può non aggiungere alle eventuali sanzioni, decise dalla giustizia minorile (se i ragazzi hanno superato i 14 anni) o dalla giustizia per adulti (se gli studenti hanno superato i 18 anni) una sua autonoma sanzione disciplinare interna per un reato commesso all'interno dell'edificio scolastico, durante l'orario scolastico o immediatamente prima o dopo l'orario ma sempre all'interno della scuola.
A questo si aggiunge che un decreto ministeriale del Ministero dell'istruzione, ispirato dal Garante della privacy, chiede che in tutte le scuole, pubbliche e paritarie, si approvi un regolamento per cui non si possa usare lo smartphone per riprendere le lezioni, né i professori né gli studenti: questi ultimi, essendo minori non potrebbero essere fotografati o filmati senza una liberatoria dei genitori. Il Ministero chiede che questo divieto venga inserito all'interno del regolamento di cui ogni scuola deve dotarsi, approvato dal consiglio di istituto.
Sarebbe bene che ci fosse nel regolamento anche l'indicazione delle sanzioni da comminare a chi viola questo o altri divieti. Ma anche senza un'indicazione precisa, va da sé che il regolamento è vincolante per tutte le componenti scolastiche, docenti e non docenti, come ausiliari (cioè bidelli) e personale di segreteria, e naturalmente gli studenti.
Chi viola il regolamento scolastico, se docente, incorrerà nelle sanzioni disciplinari previste per i pubblici dipendenti. Gli studenti saranno invece sanzionati con punizioni che non possono più essere corporali (fortunatamente), ma prevedano la sospensione dalle lezioni per periodi più o meno lunghi, e in casi gravissimi l'espulsione dalla scuola.
Il fatto che un regolamento scolastico non preveda esplicitamente la sanzione per l'uso dello smartphone (ma solo il divieto) non comporta che chi lo viola non debba essere punito, come sta sostenendo qualche genitore.
La violazione del divieto di filmare e di riprendere abusivamente le lezioni, cosa diversa se viene fatto dalla scuola stessa o con il consenso del dirigente scolastico, e i docenti che le tengono, può configurare anche la violazione dell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, che vieta al datore di lavoro di registrare di nascosto con mezzi audiovisivi il lavoratore (e il docente è un lavoratore). È vero che, se a farlo sono gli studenti, non è il datore di lavoro; ma al datore di lavoro, in questo caso la scuola e il dirigente scolastico, è in capo l'obbligo di vigilare ed evitare che questo accada, anche da parte di terzi.
Nel caso dei genitori di minori che filmano e fotografano indebitamente scene e personaggi scolastici, e poi li postano sui social network, i genitori potrebbero essere accusati di omesso controllo della condotta dei loro figli. Questo per due motivi: prima di tutto perché non è difficile controllare lo smartphone stesso e i profili dei ragazzi, e poi perché a pagare il traffico telefonico di prassi sono gli stessi genitori.
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pietro1953