La breve vita del Galaxy esplosivo
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-10-2016]
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Samsung richiama i Galaxy Note 7 che esplodono
L'impressionante serie di traversie e figuracce ha minato seriamente l'immagine del dispositivo - per non parlare di quella dell'azienda che lo ha progettato - e gli analisti in generale concordano: è meglio per Samsung che il mondo si dimentichi presto che è mai esistito un Galaxy Note 7.
Anche ammesso di riuscire a risolvere il problema eliminando i difetti del prodotto, il tempo necessario all'operazione nonché a riottenere le certificazioni porterebbe il lancio del Note 7 "risistemato" pericolosamente a ridosso del lancio del Galaxy S8.
Non solo: più nessuno crede ormai che ci siano possibilità di rimettere con successo in commercio un dispositivo dalla fama così negativa.
Ecco quindi spiegati i 17 miliardi di dollari che tutto ciò potrebbe costare a Samsung: è quella la cifra che il prodotto, nel suo intero ciclo di vita, avrebbe dovuto generare secondo le proiezioni, che ipotizzavano la vendita di 19 milioni di Note 7.
Il ciclo di vita è stato però brevissimo, durando appena un paio di mesi, durante i quali a venir incamerate sono state soltanto le lamentele dei clienti e le cause per danni.
Il marchio Samsung, insomma, non è mai stato tanto malvisto. «Noi crediamo» - affermano gli analisti di Crédit Suisse - «che l'incidente del Note 7 possa danneggiare anche la domanda di altri modelli di smartphone prodotti da Samsung». Le previsioni per il terzo trimestre parlando di un crollo dei profitti pari all'85%.
Per evitare di peggiorare ulteriormente le cose, una mossa saggia sarebbe quindi affossare definitivamente il Note 7: «Tutto ciò ha probabilmente finito con l'uccidere il marchio Note 7» aggiunge Edward Snyder, di Charter Equity Research.
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Gli fa eco Macquarie: «È ora che i dirigenti considerino la possibilità di lasciar perdere del tutto il Note 7, dato che s'è bruciato i primi tre mesi di vendite, che sono un'importante finestra di opportunità, e che il Note 7 sembra aver perso la fiducia degli utenti».
Stephen Robb, dello studio legale britannico Weightmans, suggerisce a Samsung di andare oltre: «Dovrebbero scrivere a ogni utente una lettera di scuse e fornirgli anche qualche forma di compensazione. Ovviamente ciò sarebbe costoso per l'azienda, ma l'alternativa è fare la stessa fine di Nokia e Blackberry».
A completare il fosco panorama ci sono gli utenti che hanno citato in giudizio Samsung per danni e la possibilità che tutta questa vicenda abbia ricadute negative sul mercato dei componenti prodotti da Samsung (schermi, chip di memoria e via di seguito): secondo gli analisti è possibile che tutto ciò porti a una riduzione dei prezzi di questi prodotti. Ciò ovviamnente si tradurrebbe in profitti inferiori alle attese.
L'autunno di Samsung, insomma, è tutto in salita.
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