Cercava immagini e video privati di donne giovani.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-10-2019]
Affidare dati importanti e personali al cloud è senz'altro comodo, ma bisogna tenere presente che è anche un rischio: la possibilità che i servizi usati vengano violati è più che concreta, senza contare che bisogna avere assoluta fiducia in chi quei servizi gestisce.
Ciò che è capitato a Yahoo Mail è la dimostrazione di tutto ciò.
Yahoo Mail, con i suoi 200 milioni di utenti, avrà anche perso buona parte dell'importanza che aveva anni fa ma contiene comunque parecchi dati che possono fare gola a chi ama curiosare nelle vite degli altri.
Così in fondo non stupisce apprendere che un suo dipendente (ora, naturalmente, licenziato), utilizzando i propri privilegi, abbia violato gli account di oltre 6.000 utenti e poi si sia dedicato alla raccolta di informazioni personali.
Come fa sapere il Dipartimento di Giustizia USA, l'uomo ha sfruttato l'accesso ai sistemi interni di Yahoo per violare con maggiore facilità le password degli account, prendendo di mira preferibilmente quelli di donne giovani, e poi ha fatto copie dei video e delle immagini trovate.
Non s'è fermato: ha adoperato i dati ottenuti per accedere illecitamente anche agli account che quelle stesse persone avevano presso altri servizi (Gmail, Instagram, Dropbox, iCloud e altri ancora), sempre con l'intento di trovare video e immagini privati.
Sono stati i suoi datori di lavoro a scoprire il comportamento sospetto dell'uomo il quale, prima di venire arrestato dalla polizia, ha fatto in tempo a distruggere «il computer e il disco rigido su cui conservava le immagini».
L'hacker-guardone è stato accusato di violazione di sistemi informatici e di intercettazione illegale; la prima udienza del processo avrà luogo all'inizio del prossimo febbraio.
Al di là della violazione della privacy subita dai titolari degli account, la vicenda ripropone con decisione un argomento spesso accantonato o semplicemente ignorato, salvo quando succedono scandali rilevanti: il fatto che affidarsi al cloud computing significa affidarsi al computer di qualcun altro.
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