Un commento della Free Software Foundation Europe sul decreto Urbani.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-05-2004]
La Free Software Foundation Europe è estremamente contrariata dall'approvazione del disegno di legge n.72 del 22 marzo 2004, conosciuto anche come Decreto Urbani. Il decreto è stato approvato con una procedura sconcertante, con una fretta ingiustificata e con dei contenuti giuridici al limite del grottesco.
Il disegno di legge è stato votato in tutta fretta pur riconoscendone le evidentissime storture e 'imperfezioni' da parte anche dello stesso Ministro, del Governo, della maggioranza e dell'opposizione, che uniti nel criticarlo ma altrettanto uniti nel votarlo, non hanno trovato di meglio che concordare un vago ordine del giorno per (disfare un domani) quello che hanno fatto oggi.
Motivazione di tanta fretta: il rifinanziamento urgente e straordinario di 90 milioni di euro destinato all'impresa cinematografica italiana e alle fondazioni lirico-sinfoniche il cui deficit supera i 150 milioni di euro.
Si legge infatti nel testo che "l'immissione in un sistema di reti telematiche di un'opera dell'ingegno, o parte di essa, è corredata da un idoneo avviso circa l'avvenuto assolvimento degli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d'autore e sui diritti connessi." Fin da ora la FSF Europe chiede al Governo di essere interpellata in fase di redazione del decreto di definizione delle modalità tecniche.
Accrescendo la complessità del sistema giuridico italiano risultano ormai quasi invalicabili i rischi e le incertezze legali di chiunque voglia esercitare attività commerciali sulle nuove tecnologie nel nostro Paese. Il Ministro Urbani ha chiesto un "sacrificio" per "legiferare in un modo [...] non opportuno" sperando in un "miglioramento a posteriori".
Nel frattempo chiunque lavori nel campo delle Tecnologie dell'Informazione e pubblichi o importi software è alla mercé di giudici e Guardia di Finanza, o provider zelanti che per tutelarsi abbattono la connettività. Tutto ciò pur avendo la coscienza e le licenze a posto.
«La SIAE forse è l'unico soggetto che trae vantaggio da questo decreto, grazie al regalo ricevuto. Sarà la SIAE a spiegarci se GNOME 2.6 è da considerarsi 'software per la masterizzazione' e quanto dovranno pagare le aziende che lo distribuiscono facendosi pagare per il servizio di distribuzione, in accordo con la licenza GNU GPL» aggiunge Maffulli.
La Free Software Foundation Europe è altresì sconcertata dal comportamento dell'opposizione che ha lasciato cadere gli emendamenti al disegno di legge, dopo aver chiesto contributi volontari per redigerli al cosidetto "popolo della rete". A esso è stato infine chiesto di pazientare, in attesa di promesse urgenti modifiche a una legge che non avrebbe mai dovuto vedere la luce.
In un paese democratico ci si aspetterebbe una diversa sensibilità nel promulgare leggi che, come la n.72 del 22 marzo 2004, incidono cosi pesantemente sulla libertà delle persone e delle imprese.
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