Una minaccia da scongiurare! (commento di Domenico Zucchetti)
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-05-2004]
Aristotele, nella "Politica", sosteneva che la storia è un continuo ripresentarsi di eventi sempre uguali, perlomeno nelle intenzioni e nei meccanismi; l'apparente diversità degli eventi storici è attribuita all'evoluzione dell'uomo che, con il tempo, è progredito e si è evoluto e con lui si sono affinati anche i mezzi che utilizza per imporre il suo potere su gli altri.
Ciò che accadrà nell'ambito dell'informatica, in Italia come nel resto del mondo, non è molto distante negli intenti di quanto è già avvenuto in passato. Quante volte la storia (anche recente) ha conosciuto personaggi assetati di potere che hanno imposto la propria egemonia grazie ad astuti progetti di "conquista" che prevedevano un impegno su due fronti: da una parte, stabilire e mantenere buoni rapporti diplomatici e di collaborazione con gli altri Paesi (in questo modo, grazie al fittizio stato di pace, ci si poteva preparare, indisturbati, alla conquista del mondo); dall'altra, portare avanti una massiccia azione di convincimento che giustificava la politica "espansionistica" come unica soluzione ai problemi di quel periodo.
Pur con conseguenze, a prima vista, meno drammatiche, Microsoft ha sicuramente fatto tesoro di quello che la storia ha insegnato, e avvalendosi di quanto viene messo a disposizione dalle più recenti scoperte in campo tecnologico e psicologico, ha attuato, e sta portando avanti, una mastodontica campagna di conquista del mercato informatico mondiale che, nei propositi e nelle modalità, ci riportano con il pensiero alle gesta di quegli insaziabili conquistatori che l'hanno preceduta.
La bella favola, però, è durata sino a quando Microsoft non ha deciso che quel tipo di business non la saziava più a sufficienza e, dimenticandosi del rapporto di collaborazione tacito che aveva con le aziende, circa un anno e mezzo fa ha deciso di entrare prepotentemente nel mercato delle piccole e medie imprese, facendo, in tal modo, concorrenza anche alle aziende che fino allora l'avevano, inconsciamente, aiutata a espandersi.
A supporto delle sue mire espansionistiche/monopolistiche, la multinazionale di Redmond sta portando avanti una persuasiva e radicata attività di comunicazione con il fine di convincere gli utenti che la sua presenza nel mercato delle PMI non costituisce un pericolo per nessuno; anzi, afferma con disinvoltura che la sua "scesa in campo" porterà alla nostra economia enormi vantaggi.
Ho cercato in tutti i modi di capire quali vantaggi il nostro Paese può trarre dalla concorrenza di Microsoft; ho analizzato a fondo la questione e, vi assicuro, non ho trovato nulla che avesse anche la sola parvenza di essere vantaggioso.
Microsoft ci propone di essere loro partner, che tradotto in una lingua comune a tutti, significa diventare dei semplici rivenditori, facendo sparire le software house italiane che non avranno più vita propria né la possibilità di "procacciarsi il cibo" da sole, ma, per nutrirsi, dovranno dipendere dalla magnanima multinazionale Americana, che in questo modo avrà, a sua volta, la facoltà di decidere chi nutrire o chi far deperire!
Il pericolo che si prospetta è veramente di enorme portata e non mi stancherò mai di ripeterlo. Ci sarà un'ecatombe di persone che a livello mondiale perderanno il posto di lavoro; migliaia di cervelli "eccellenti" verranno sotto utilizzati o, addirittura, non utilizzati, con la conseguenza che sparirà quasi del tutto la ricerca nel mondo dell'ICT e l'Italia (e tutti gli altri Paesi che si troveranno nelle medesime condizioni) perderà qualunque tipo di conoscenza in questo campo e sarà alla mercé delle poche società multinazionali.
Se la storia ha insegnato a Microsoft come conquistare il mondo, a tutti noi deve far capire che è necessario intervenire prima che l'irreparabile accada. Quello che mi riprometto di fare è spezzare questa spirale senza soluzione di continuità e invertire il corso di questa storia che, altrimenti, ci porterà a subire l'abuso dei monopolisti.
Alcuni ci hanno rimproverato che anche noi in Italia teniamo lo stesso atteggiamento di Microsoft; non sono affatto d'accordo con questa affermazione. Nel nostro Paese è vero, ci impegniamo per fare del nostro meglio per primeggiare nei mercati in cui operiamo, così come, credo, tentino di fare i nostri concorrenti, però la "gara" la facciamo ad armi pari, e senza alcuna intenzione di voler far sparire o sottomettere al nostro "volere" altre aziende.
Per una società come la Zucchetti il confronto e la competizione rappresentano uno stimolo fortissimo per migliorare ed è quindi per noi vitale che esistano e sopravvivano altre società con le quali è possibile "giocare", confrontarsi, crescere e divertirsi.
La situazione cambia completamente quando nel "gioco" entra un nuovo sfidante che sostituisce le armi giocattolo con pistole vere, cariche di veri proiettili e con il grilletto pronto per essere premuto!
Ci auguriamo pertanto che la scelta di soluzioni informatiche da parte sia della Pubblica Amministrazione che dei privati cittadini, che delle aziende italiane, venga effettuata in funzione del rapporto prezzo/ prestazioni e non perché qualcuno è affetto da particolari manie esterofile. Solo così anche le aziende italiane potranno continuare a competere, a crescere e rinforzarsi, contribuendo, in tal modo, a ridurre un po' il pesante deficit della bilancia commerciale italiana in questo settore.
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