L'open source in Asia come mezzo di indipendenza tecnologica da Microsoft e dagli USA. Ma anche come strumento per attentare alla riservatezza dei cittadini.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-01-2005]
Non c'è requie per il movimento free software/open source. Come in un immaginario risiko, sta guadagnando aree geografiche ad un ritmo stupefacente. Non da oggi, i governi asiatici hanno aumentato gli sforzi per promuovere lo sviluppo di software open, cercando l'indipendenza dal predominio di Microsoft e del suo sistema operativo Windows, sui desktop ed i server.
Il mercato del software open source cresce rapidamente in Giappone e Cina. In Giappone, ci si attende che tale mercato cresca del 20 % anno fino al 2008, quando avrà una quota di mercato del 17,8 % fra i sistemi operativi (era il 9 % nel 2003). Pechino, invece, stima la crescita in Cina al 46,7 % l'anno per i prossimi cinque anni.
In aprile, Corea, Giappone e Cina hanno raggiunto un accordo per sostenere congiuntamente lo sviluppo di un sistema operativo nel settore privato, e per stabilire standard armonici su quella piattaforma software. I protagonisti sono la coreana (del sud) Hancom Inc., la cinese Red Flag Linux Co. e la nipponica Miracle Linux Co., impegnate nel progetto denominato Asianux 2.0, un sistema operativo "open source compatibile" che sarà promosso come uno standard per i paesi dell'estremo oriente.
La data di rilascio è stata anticipata in funzione dell'adozione da parte del governo coreano di NEIS, un gigantesco database progettato per catalogare informazioni private su studenti, genitori ed insegnanti delle scuole secondarie coreane. Il discusso progetto governativo partirà intorno al secondo semestre di quest'anno, e Asianux vuole essere della partita.
Riassumiamo: in estremo oriente alcune società che lavorano nel campo dell'open source (i buoni) si organizzano per allentare la morsa tecnologica di Microsoft (i cattivi). Sono così bravi ed organizzati che riusciranno a dare alla luce il loro prodotto in anticipo. Perché tutta questa fretta? Perché vogliono aiutare il governo coreano a schedare gli studenti!
Se questo è l'utilizzo di Asianux che potrà fare il governo coreano, figuriamoci di cosa sarà capace quello cinese, che notoriamente non è un esempio di democrazia. Come vedete, l'essere o meno open source non è sufficiente a conferire il certificato di buono o cattivo.
L'open source è sotto osservazione dei governi e degli imprenditori asiatici, non per lo spirito cooperativo e libertario che è alla sua base, ma per la sua efficacia e le sue enormi potenzialità di sviluppo. Il che significa business nel migliore dei casi, oppure politica antidemocratica nel peggiore.
In casi come questo balza agli occhi lo stridente contrasto tra la definizione generica open source e il free software propriamente detto. In una recente intervista, Richard Stallman sostiene che la distinzione non è tecnica, dal momento che le licenze sono spesso simili, se non coincidenti. La differenza la fa l'approccio. Quello del free software è incentrato sulla libertà e la collaborazione, quello open source sul business. Come dargli torto?
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