Software libero: Umbria in prima fila

Pari dignità tra software libero e proprietario. Guerra agli standard imposti dai monopoli commerciali. Il cuore verde dell'Italia si fa culla dell'open source.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-07-2006]

Umbria

L'Umbria ha una legge che la pone all'avanguardia nel cogliere le opportunità offerte dal FLOSS (free, libre, open source software).

È di oggi, infatti, la notizia dell'approvazione, da parte del consiglio regionale, della proposta di legge su opensource, software libero e standard aperti.

La proposta, presentata lo scorso settembre, non vincola le decisioni delle amministrazioni, ma lascia la libertà di scegliere la modalità più conveniente, sicura ed accessibile, a iniziare dai formati di scambio dei documenti.

In sostanza, la regione richiede alle amministrazioni di considerare e preferire il software a sorgente aperto, stanziando fondi per sostenere la diffusione del FLOSS. Inoltre, si fa garante dell'accesso e della libertà di scelta nella realizzazione di piattaforme informatiche, eliminando ogni barriera dovuta a diversità di standard.

Una libertà da garantire anche nel mondo dell'istruzione, a partire da quegli istituti direttamente collegati alle nuove tecnologie, mettendo a disposizione dei docenti e degli studenti tutte le risorse necessarie per far conoscere ed utilizzare in modo produttivo il software libero e quello open source.

"Non va dimenticata la sostenibilità economica economica di questa legge," sostiene il suo promotore, Oliviero Dottorini, capogruppo dei Verdi e civici in consiglio regionale, "dal 2005 ad oggi abbiamo speso circa un milione e mezzo di euro per il rinnovo e l'acquisto di nuove licenze software, di cui il novanta per cento in favore di Microsoft".

"In un'ottica di razionalizzazione e riduzione dei costi della pubblica amministrazione," continua Dottorini, "questo aspetto non può essere lasciato in secondo piano".

Il denaro non è il motivo principale alla base del software libero, ma, in questi tempi grami, sarebbe un delitto non tenerne conto. È la stessa opinione che sorregge la lettera aperta a Prodi, che verrà spedita domani, con oltre quattromila firme, grazie all'impegno dell'associazione Hackaserta.

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