I server di Napster sul Principato di Sealand

La forza di un movimento che va oltre gli interessi dell'economia... ecco il motore che spinge l'ideatore di Napster a non mollare.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-04-2001]

C'è chi lo vorrebbe chiuso, chi a pagamento, chi ancora libero ed un po' anarchico nei confronti degli interessi dei grandi dell'economia mondiale, ma il suo ideatore Shawn Fanning crede ancora e profondamente nello spirito di scambio e collaborazione con cui è nato Napster. Obiettivo primo e sempre difeso a spada tratta era ed è infatti quello di offrire agli utenti un mezzo per condividere qualsiasi cosa essi vogliano in modo immediato e trasparente, cioè senza dover ricorrere a siti Internet o invio per posta di CD masterizzati.

Per perseguire al meglio questo scopo e continuare ad offrire agli utenti il proprio servizio indisturbato e senza timore di essere sottoposto a processo, lo studente canadese che ha ideato il programma ha deciso di trasferire il server di Napster su Sealand, il noto Principato sorto su una ex piattaforma militare in mezzo al mare e che offre oggi server web alle aziende che sono in grado di pagare la retta di 15.000 dollari l'anno. A fronte di questa spesa si risulta immuni dalle leggi e costrizioni dei vari stati, in quanto su Sealand vige la libertà d'azione più assoluta in campo Internet (con l'eccezione di attività legate alla pedofilia e similari).

Il problema per Shawn Fanning sarà reperire i fondi per pagare il biglietto di ingresso, ma lui stesso assicura di aver già escogitato un sistema infallibile su cui far conto: chiederà ai suoi utenti un contributo libero e spontaneo nel nome della fratellanza per la libertà nella rete. Chi vuol contribuire si faccia avanti... e prepari il portafogli!

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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

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