Mp3Pro, bello ma inutile?

La società francese Thomson ha rilasciato il 14 giugno 2001 un programma, chiamato MP3Pro, che consente di dimezzare le dimensioni dei brani musicali digitali in formato MP3 con minima perdita di qualità. L'iniziativa ha naturalmente destato molto interesse, viste le prestazioni promesse: infatti nei primi dieci giorni da quando MP3Pro è stato rilasciato ne sono state scaricate più di 500.000 copie. Io l'ho provato; se vi interessa, vi racconto com'è andata.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-07-2001]

Il programma MP3Pro è stato sviluppato dalla svedese Coding Technologies insieme al Fraunhofer Institut tedesco (che ha dato i natali al formato MP3 che tutti usiamo attualmente): la Thomson è soltanto la proprietaria del formato MP3. Infatti ne detiene i brevetti insieme al Fraunhofer Institut.

"Soltanto" si fa per dire, dato che è a Thomson che vanno in tasca i diritti per l'uso dell'algoritmo di compressione MP3 in ogni singolo dispositivo software o hardware. Diritti che ammontano a poco meno di quattro dollari per ogni singola copia di software e per ogni esemplare di hardware.

Henri Linde, uno dei vicepresidenti della Thomson, ha dichiarato a CNET.com che per Mp3Pro Thomson intascherà sette dollari e mezzo (quindicimila lire) per ogni copia di programma, e per ogni esemplare di apparecchio, che usa direttamente il loro encoder MP3Pro e circa la metà se invece di usare l'encoder tal quale ne emulerà i principi. Il doppio dei diritti per l'attuale encoder MP3, insomma. Di conseguenza, gli apparecchi e i programmi per convertire brani audio al formato Mp3Pro tenderanno a costare più cari degli equivalenti per il formato MP3 tradizionale. Tuttavia l'uso personale dell'encoder e del decoder (o "codec") è e rimarrà gratuito, per cui i programmi che suonano gli MP3 normali e gli MP3Pro potranno continuare a essere distribuiti gratuitamente.

Per carità, Thomson e soci hanno tutto il diritto di farsi pagare per la loro invenzione. Non mi sto lagnando: volevo però segnalare che a differenza di quello che si crede in giro, l'MP3 non è un formato libero: è un formato proprietario.

Per il momento, però, quei sette dollari e mezzo sono soltanto guadagno ipotetico: infatti non esistono ancora dispositivi hardware per convertire musica al formato MP3Pro, e l'unico software che lo fa è quello distribuito gratuitamente in prova dalla stessa Thomson. Resta ancora da vedere se il formato MP3Pro attecchirà. Vediamo quali sono le sue speranze di successo.

MP3Pro alla prova Il programma MP3Pro della Thomson è scaricabile gratuitamente presso questo sito.

E' disponibile soltanto la versione per Windows (2000/95/98/ME/NT), però a detta della Thomson la si può far girare anche sotto Linux usando Wine. Il software è relativamente piccolo: 1,1 megabyte.

Si tratta di un "player-encoder": in altre parole, è in grado non solo di leggere e suonare (con la parte player) brani codificati nel formato MP3Pro, ma anche di crearli (con la parte encoder) a partire da un originale in formato WAV. Non è in grado di leggere un CD e produrre file Mp3Pro direttamente, ma prendere una traccia audio da un CD musicale e convertirla in formato WAV (per poi darla in pasto all'encoder) è comunque un'operazione banale che non mi soffermo a descrivere qui. Quello che conta è che è possibile prendere un brano da un CD (usando un qualsiasi programma esterno) e poi codificarlo nel nuovo formato usando il programma della Thomson.

Come player, è in grado di suonare anche i brani codificati nell'attuale formato MP3 tradizionale, quindi è compatibile con la vostra attuale collezione di musica MP3. Ottima soluzione: questo vi risparmia l'onere di convertire al nuovo formato tutti i brani che avete. Però le funzioni del player sono estremamente spartane, soprattutto se confrontate con quelle di altri player MP3, come l'ormai classico WinAmp. Il programma va preso per quello che è: un prodotto dimostrativo.

Ovviamente è come encoder che il programma diventa interessante: prende un brano in formato WAV e restituisce un brano in formato MP3Pro, con bitrate di 64 kbps che è effettivamente grande la metà di un equivalente in formato MP3 tradizionale, e che come qualità è paragonabile a un MP3 tradizionale a 128 kbps. Ma "paragonabile" è un termine molto soggettivo...

La mia esperienza personale

Ho fatto una prova "scientifica" che adesso vi descrivo. Siccome il programma non fa ripping (acquisizione diretta da CD), ho usato Audiograbber per prendere una traccia di un mio CD (Alan Parsons, The Time Machine, se ci tenete a saperlo).

Poi ho convertito la traccia sia nel formato MP3 tradizionale, usando il mio solito encoder MP3 (il Fraunhofer originale ­ non fate domande che è meglio), sia in formato MP3Pro con il programma della Thomson.

La traccia WAV originale occupa quasi 50.000 kilobyte: la versione MP3 tradizionale ne occupa 4580; quella MP3Pro è grande 2300 kilobyte. Insomma, niente da dire: in quanto a produrre file più piccoli del normale MP3, MP3Pro funziona. Resta da vedere la qualità audio.

Vi prego di prendere le mie prove con un pizzico di scetticismo: non sono un audiofilo, e alla mia veneranda età l'udito non è più quello di una volta (non sento più i 19 kHz dei televisori, ad esempio). Anche il mio impianto audio non è sublime: un amplificatore Sansui AU-719 collegato a cuffie elettrostatiche Stax (roba d'epoca, insomma), attaccato all'uscita audio del mio laptop.

Oltretutto, con sistemi come l'MP3, basati su criteri psicoacustici (dove vengono eliminate le parti dell'originale che si ritiene non siano percepibili consciamente da un ipotetico ascoltatore medio), non esiste una fedeltà misurabile con uno strumento: vale soltanto la percezione soggettiva dell'ascoltatore. Traduzione: se per voi suona bene, allora suona bene.

Ho chiesto a Elena, mia moglie, di suonare a caso una delle due versioni (MP3Pro a 64 kbps e MP3 normale a 128 kbps) della traccia di Alan Parsons mentre io non guardavo e ho tentato di indovinare quale delle due aveva lanciato. Su tre tentativi ho indovinato tre volte, ma confesso di aver fatto molta fatica. L'indizio rivelatore erano gli acuti, soprattutto le note della chitarra, che erano leggermente meno precise e definite, e più smorzate in quanto a dinamica, nella versione MP3Pro (a dispetto dell'asserita superiorità dell'MP3Pro sugli acuti). La differenza si notava soltanto ad alto volume e perché conosco molto bene il brano: quindi in situazioni meno estreme, un brano MP3Pro sarebbe stato indistinguibile dall'MP3 normale, pur occupando la metà dello spazio.

Insomma, dal punto di vista tecnico MP3Pro va benissimo per le normali situazioni d'ascolto, in cui c'è un certo rumore di fondo (auto, walkman per strada) o il riproduttore non è particolarmente sublime (normale impianto stereo di casa). Se prima ci stavano 150 canzoni su un CD, ora ce ne stanno 300. Cosa più importante, se prima scaricare un brano via modem richiedeva 20 minuti, ora ce ne vogliono 10. Ammesso, naturalmente, di trovare brani codificati in questo formato. E qui cominciano le magagne.

Cattedrale nel deserto

Purtroppo, però, i brani compressi in formato MP3Pro non sono leggibili dagli altri player (come il già citato WinAmp). Bè, per essere più precisi, li suonano, ma con una qualità talmente patetica che è come se non li leggessero. Al momento il formato MP3Pro non viene gestito da nessuno dei lettori portatili in commercio, che sarebbero gli apparecchi che trarrebbero maggiore beneficio dal risparmio di spazio in memoria: come i player software, i lettori suonano sì gli MP3Pro, ma con una qualità pessima.

Di conseguenza, almeno per ora, se decidete di passare al nuovo formato potrete suonare i brani MP3Pro soltanto con il programma della Thomson, non potete suonarli su lettori portatili, e non potete scambiarli con nessuno eccetto i pochi altri utenti che adoperano il medesimo programma. Il che significa che la disponibilità online di brani codificati in MP3Pro è prossima allo zero. Non è una prospettiva piacevole.

Inoltre il futuro in questo campo è molto incerto: c'è il rischio di trovarsi con l'equivalente audio della guerra fra Betamax e VHS che afflisse i videoregistratori (e c'era anche il Video 2000, quello che avevo io, con cassette che si suonavano e registravano su entrambi i lati, niente strisce in avanti/indietro veloce, e un fermo immagine granitico stile The Matrix ­ negli anni Ottanta).

Le cause di questa incertezza sono tante: una è grande come l'iceberg del Titanic. Infatti Microsoft spinge da tempo (come solo Microsoft può spingere) il proprio formato Windows Media, che già offre file più piccoli dell'MP3 tradizionale usando una codifica a 64 kbps (cosa che fa anche l'MP3Pro). Il formato Microsoft ha dalla sua il fatto di supportare tecnologie anticopia (per quello che possono valere, visti i precedenti di cracking quasi immediato di queste tecnologie), che i discografici adorano e gli utenti detestano; l'MP3 non supporta nulla di tutto questo, e non lo fa neppure l'MP3Pro.

Risultato: la Warner Music Group ha siglato un accordo con Microsoft per usare Windows Media come formato principale per la vendita di musica online per i prossimi tre anni. Come se non bastasse, tre delle altre quattro case discografiche principali, cioè BMG Entertainment, Sony Music Group ed EMI Recorded Music, usano già il formato Windows Media.

Come sempre quando c'è di mezzo una tecnologia Microsoft, viene spontaneo un dubbio: se Microsoft preinstallasse soltanto il proprio formato audio in Windows, ci sarebbe il rischio di vederlo diventare dominante non per maggior merito, ma per semplice e naturale pigrizia degli utenti, spazzando via l'MP3.

Indovinate un po': è proprio quello che Microsoft sta facendo. Infatti Windows XP non conterrà un encoder MP3 (salvo ripensamenti dell'ultim'ora), ma ne conterrà uno per il formato Windows Media (http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=36792). Guarda te che coincidenza.

Ci sono anche altre minacce meno imponenti ma pur sempre significative. C'è il formato RealAudio della RealNetworks, e ci sono anche progetti come Ogg Vorbis di Xiphophorus, cioè tentativi della comunità "open source" di creare formati compatibili con l'MP3 e pubblicarli senza chiedere diritti di licenza. Inoltre si sta lavorando alla definizione di un nuovo formato audio/video, chiamato MPEG4. In queste condizioni, tirar fuori un nuovo standard basato sull'MP3 è un mero esercizio di stile.

Insomma, anche se l'MP3 è l'attuale re dei formati audio nei sistemi di scambio più o meno legale come Napster e i suoi cloni, si tratta di un re sotto assedio.

Alla fin della fiera

Cosa ho deciso di fare io? Semplice: non ho la benché minima intenzione di mettermi a convertire i quasi duemila brani che compongono la mia collezione MP3. Questo non soltanto per carenza cronica di tempo, ma anche perché passare da MP3 a MP3Pro comporta una notevole perdita di qualità. Infatti bisogna convertire l'MP3 in WAV e poi il WAV in MP3Pro, e il risultato è come la fotocopia di una fotocopia di una fotocopia: sbiadita e piena di sbavature: in termini tecnici, si chiama "tandem coding loss". In termini meno tecnici, si chiama "fetecchia".

Certo, il risparmio di spazio potrebbe far comodo. Ma non più di tanto, considerate le dimensioni degli attuali dischi rigidi. Inoltre il mio orecchio si accorge del leggero peggioramento qualitativo, per cui mi spiace per Thomson, Fraunhofer Institut e soci: l'esperimento è interessante, ma io rimango ancorato al mio MP3 tradizionale.

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Paolo Attivissimo

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22-7-2005 12:03

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