I gestori mobili e i produttori italiani sono pronti a entrare nel business dei braccialetti elettronici.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-09-2008]
Si tratta di un giro d'affari per almeno 200 milioni di euro, quello rappresentato dai braccialetti elettronici, che il ministro della Giustizia Angelino Alfano vorrebbe allacciare ai polsi e alle caviglie di circa 4.000 detenuti italiani che affollano le carceri e che potrebbero scontare la propria pena a casa.
I maggiori gestori telefonici del nostro Paese (e in particolare Telecom Italia, Vodafone e Wind) sono pronti a gettarsi in questo lucroso affare, ma decisive per la concessione saranno la copertura, l'efficienza del servizio di manutenzione, i livelli di sicurezza per evitare disattivazioni fraudolente o improvvise schermature e cadute del segnale causate da "evasioni tecnologiche".
Anche i maggiori produttori di apparati per telecomunicazioni come la Urmet e la Aethra sono molto interessate al braccialetto elettronico e alla sale di controllo che dovranno essere allestite presso la polizia penitenziaria. In pratica una gran parte delle risorse recuperate grazie ai tagli dei fondi per le intercettazioni telefoniche ritornerebbe agli stessi gestori telefonici che le gestivano.
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