Dove va la Pay Tv in Italia?

Entro la fine dell'anno l'Autority delle Comunicazioni dovrà dare il suo parere sull'ipotesi di fusione tra Stream e Telepiù: una decisione che peserà non poco sul futuro della Pay Tv in Italia.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-11-2001]

L'Autority per le Comunicazioni entro la fine dell'anno esprimerà il parere richiesto dall'Autorità per la Concorrenza sulla fusione fra i due gestori italiani di Pay Tv, Stream e Telepiù.

Sembra di intravedere una possibile divergenza fra i due organismi preposti alla garanzia della concorrenza, l'Antitrust presieduto da Tesauro ,di carattere più generale, e l'Autority di Napoli, presieduta da Cheli, che è specializzata nelle Tlc: un caso di sovrapposizione in cui l'ultima parola è dell'Antitrust, sentita l'Autority delle Tlc (poi ci sono ancora il Tar e il Consiglio di Stato).

Infatti, mentre, l'Autority per le Comunicazioni ha fatto una battaglia molto tenace, in mancanza di reali sanzioni se non l'inattuabile revoca della licenza per arrivare a un decoder unico per i clienti di Stream e Telepiù, l'Antitrust sembrerebbe sfavorevole alla fusione che sostituirebbe l'attuale duopolio italiano della Pay Tv con un monopolio.

Nell'ultima Assemblea degli Azionisti di Telecom Italia, il neo-Presidente Tronchetti Provera ha comunicato l'intenzione di Telecom Italia, nel caso la fusione Stream-Telepiù venga bloccata dall'Autority, e di mettere in liquidazione Stream, che accusa fortissime perdite.

La minaccia della liquidazione di Stream ha suscitato la reazione delle società calcistiche, legate a Stream da contratti miliardari per la cessione dei diritti televisivi che, per evitare il fallimento, sono pronte a dure battaglie legali per riscuotere penali da capogiro. Questo non dovrebbe spaventare Telecom Italia che può trasformare l'esclusiva delle squadre di calcio per la Pay Tv in diritti di trasmissione Wap, Gprs e Umts per la sua controllata Telecom Italia Mobile; in questo caso la liquidazione di Stream comporterebbe, ugualmente, l'effetto monopolio.

C'è da chiedersi se l'Antitrust si metterà di mezzo in un'operazione che ha dietro il mondo del calcio, con quello che significa in Italia, in un mondo come quello della Pay Tv, che ha avuto fra i suoi protagonisti l'attuale Ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti.

E' più che legittimo il dubbio che in una materia come la Pay Tv sarebbe prevalente e più utile una decisione e interpretazione dell'Antitrust europeo. E' difficile credere che, sia in caso di fusione, sia di stop all'operazione, Telecom Italia abbia interesse a uscire completamente dal settore delle Pay Tv, così strategico per un gestore telefonico.

Telepiù, per esempio, ha da poco tempo stipulato un importante accordo con FastWeb per integrare la propria offerta commerciale sulla larga banda; nel prossimo anno Telepiù commercializzerà in Francia GoldBox G2, un hard disk che, collegato a Internet, permette la memorizzazione dei programmi preferiti, trasformando la Tv in un Multimedia Terminal non troppo diverso da un Pc.

L'accordo FastWeb-Telepiù vede presente anche la Rai che, con il canale Rai Click, mette a disposizione un imponente archivio di programmi televisivi, mentre stanno già iniziando i primi spot su Pay Tv collegati all'e-shopping.

La politica non starà a guardare: non per niente il nuovo Sindaco di New York, l'editore Bloomberg, è uno dei più attivi nella Web Tv in Italia, un settore destinato ad intrecciarsi sempre di più con quello della Pay Tv.

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Pier Luigi Tolardo

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