FBI chiude MegaUpload, Anonymous contrattacca

Arrestato il fondatore, inaccessibili anche i file legali ospitati dal servizio. Chiusi anche Megavideo e Megaporn.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-01-2012]

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Era nel mirino del governo USA da un po' di tempo e alcune ore fa l'FBI ha colpito: Megaupload è stato chiuso e la stessa fine hanno fatto il sito fratello Megavideo e il "cugino" Megaporn.

Gli investigatori federali americani hanno sequestrato i server su cui si appoggiava uno dei più noti servizi di file hosting (in gergo vengono definiti cyberlockers) e hanno arrestato anche alcuni dei gestori.

In manette sono finiti Kim Schmitz (altrimenti noto come Kim Dotcom), fondatore di Megaupload, e altre tre persone: le accuse che pendono su di loro vanno dalla violazione del copyright al riciclaggio di denaro sporco e possono costare loro sino a 60 anni i carcere.

Secondo le accuse, l'attività di Megaupload sarebbe costata ai detentori del copyright oltre 500 milioni di dollari di danni, mentre i ricavi per i gestori (dovuti alla pubblicità e agli abbonamenti per il download) ammonterebbero a oltre 175 milioni. L'articolo continua qui sotto.

L'operazione che ha portato all'arresto di Kim Dotcom e degli altri è stata condotta dall'FBI in concerto con le polizie di diverse nazioni: il fondatore risiede infatti in Nuova Zelanda, ma le indagini si sono estese anche a Germania, Olanda, Regno Unito, Canada, Australia, Hong Kong e Filippine.

Occorre dire che su Megaupload non si trovava soltanto materiale pirata: il servizio era utilizzato anche per condividere materiale perfettamente legale e, anzi, diversi dei 150 milioni di utenti registrati utilizzavano il servizio quale unico mezzo per condividere il proprio lavoro.

Ora tutti questi file legali sono inaccessibili, mentre la MPAA festeggia la chiusura di un servizio che avrebbe ospitato, in realtà, quasi unicamente materiale pirata.

D'altro canto, proprio di recente Megaupload ha ottenuto il sostegno di diversi artisti che si sono prestati per creare la cosiddetta Megaupload song, intorno alla quale è nato un "caso" per via delle continue rimozioni subite dal brano ogni volta che veniva caricato su YouTube.

Al sequestro, la comunità degli hacker di Anonymous ha reagito con una serie di attacchi di tipo denial service. Riportiamo qui sotto l'autorevole commento di Paolo Attivissimo in merito.

La reazione isterica (denial of service a raffica) di Anonymous alla chiusura di Megaupload e Megavideo da parte dell'FBI fa esattamente il gioco di chi vuole difendere lo status quo del copyright e inasprirne le leggi.

Proprio adesso che si stava arrivando a liquidare SOPA e forse anche PIPA, Anonymous realizza un autogol attaccando i siti di FBI, Dipartimento di Giustizia USA, Universal Music, RIAA e altri. Adesso le varie lobby potranno puntare il dito e dire "Visto? Ve l'avevamo detto che l'accusa di censura e la difesa della libertà d'espressione erano foglie di fico per poter continuare a scroccare."

Prima di prendere le difese di Megaupload, leggete i capi d'accusa in sintesi o per intero. I suoi titolari non sono stati arrestati per semplice file sharing di materiale sotto copyright. Hanno fatto ben di peggio: riciclaggio di denaro, tanto per dirne una.

Inoltre sono diventati multimilionari scroccando le fatiche altrui (proprio come certi magnati della musica e del cinema). Non stiamo parlando di un gruppo di ragazzini che mette su un server per condividere le puntate introvabili di Magnum PI o sottotitolare in russo Doctor Who rimettendoci tempo e soldi. Stiamo parlando di gente che s'è fatta cinque Mercedes AMG e decine di milioni di profitti con Megaupload. Sicuri di volerli presentare come paladini della lotta contro la censura per la libertà di Internet? Un conto è il file sharing senza scopo di lucro; un altro è lucrare sul file sharing.

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