Con l'ACTA l'Europa metterà il bavaglio a Internet

La Commissione Europea appoggia ufficialmente il trattato anticontraffazione, già definito un pericolo per la Rete.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-01-2012]

europa firma acta

Con tutto il clamore suscitato da SOPA e PIPA negli USA e dalla proposta Fava in Italia, ci stavamo quasi dimenticando che, zitta zitta, l'ACTA stava procedendo lungo la propria strada.

A riportare l'Accordo Commerciale Anti Contraffazione (l'ACTA, appunto) all'attenzione globale ha pensato l'Unione Europea, che oggi ne ha firmato l'appoggio.

Che una proposta tanto allarmante per la libertà della Rete riesca periodicamente a farsi dimenticare con tanta fretta non è strano: SOPA non vi è riuscita perché in discussione al Congresso americano, ma ACTA è il frutto di accordi rimasti a lungo segreti e frutto di incontri e decisioni che si sono tenute al di fuori dei vari Parlamenti.

Dire di che cosa si tratti non è troppo complicato: come il nome lascia intuire, l'accordo è nato per armonizzare a livello mondiali i vari sistemi di intervento contro la contraffazione dei prodotti.

L'ambito della contraffazione si è tuttavia subito esteso alla pirateria, per contrastare la quale non si è trovato di meglio che proporre l'adozione di misure universalmente esecrate (meno che dai vari discografici o major dell'industria cinematografica, naturalmente).

Tali misure vanno nella direzione esattamente contraria a quella indicata di recente dal Commissario Europeo Viviane Reding con le nuove normative sul diritto all'oblio in Rete: in base alla proposta chi detiene il copyright potrebbe, per esempio, chiedere ai provider i dati di chi è accusato di scaricare illegalmente, senza nemmeno la necessità di ottenere l'autorizzazione di un giudice.

In pratica, i titolari dei diritti potrebbero intervenire direttamente per imporre ai fornitori di servizi il divieto a sistemi, pur legali, che aggirano il DRM: tra questi, potrebbero rientrare persino i programmi di codifica in formato MP3.

Ancora, chi ospitasse link che conducono a materiale pirata (e la categoria include soggetti come Google e Facebook) anche quale frutto di sistemi automatici (come gli spider dei motori di ricerca) sarebbe considerato un complice dei pirati veri, e potrebbe trovarsi a dover corrispondere multe milionarie.

Ma i guai prospettati da un'eventuale adozione dell'ACTA non si limitano certo alla Rete: stando a quanto scrive l'avvocato Fulvio Sarzana sul proprio blog, andrebbero incontro a problemi seri anche coloro che stanno sviluppando farmaci generici che, però, violano qualche brevetto di proprietà intellettuale appartenente a qualche azienda farmaceutica.

Agorà Digitale aggiunge: «ACTA è un bavaglio mondiale a internet che sarà presto operativo».

La firma apposta oggi dall'Unione Europea a Tokyo rappresenta dunque un serio pericolo, ma anche un'occasione: a questo punto deve finire il tempo degli accordi segreti, perché ciò che l'Unione firma (e che il Parlamento europeo dovrebbe approvare a giugno) ogni Stato membro deve poi ratificare.

C'è quindi la possibilità di fare sentire la propria voce per quando la proposta arriverà nelle sedi legislative competenti, proprio come è capitato con SOPA e PIPA.

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