L'Agenda Digitale punterà sul software libero

Parte dalle scuole e coinvolgerà da subito sanità e pubbliche amministrazioni il piano "open data" del governo.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-02-2012]

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La "cabina di regia" indicata nel Decreto Semplificazioni per attuare l'Agenda Digitale italiana è pronta a riunirsi.

La prima seduta è fissata per giovedì prossimo, e tra i punti all'ordine del giorno c'è non soltanto la necessità di realizzare nuove infrastruttura, ma anche l'importanza dell'alfabetizzazione informatica.

Se, infatti, è vero che la Rete attuale non basta a soddisfare l'offerta di servizi ai cittadini che l'Agenda Digitale ha in programma, è anche vero che, secondo le statistiche, circa il 40% degli italiani si trova in una situazione di "digital divide volontario".

Ciò significa che quasi la metà dei nostri connazionali non utilizza Internet, in buona parte perché non ne vede l'utilità: lo sviluppo dei servizi andrà quindi portato avanti insieme a una comunicazione capillare ed efficace sui vantaggi che la dematerializzazione porta con sé.

A ciò, naturalmente, si aggiunge l'impellente necessità di raggiungere quel 6% di italiani che ancora si trovano al di fuori di ogni possibilità di connessione, facendo arrivare una connessione a Internet basilare in ogni luogo.

Tutti questi obiettivi confluiscono poi nella strategia che è già stata definita open data, ossia la realizzazione di un'amministrazione pubblica trasparente ed efficiente che sfrutta le risorse del cloud computing per mettere a disposizione dei suoi vari organismi i dati e le risorse, riducendo i tempi di attesa per i cittadini e semplificando le operazioni.

La realizzazione del piano passa anche attraverso l'adozione di standard «aperti e interoperabili», come ha dichiarato Francesco Profumo (ministro dell'Istruzione con delega per l'attuazione dell'Agenda Digitale) durante un'intervista al quotidiano La Repubblica.

Ciò comporta un "no" diretto alle soluzioni «chiuse, proprietarie e idiosincratiche a determinati ambienti tecnici o a dispositivi specifici», che si spera si concretizzi nell'ampia adozione di software libero e open source.

Il primo ambito in cui si vedranno i frutti di questa iniziativa sarà la scuola: l'immissione dei dati in Rete è infatti già iniziata; seguiranno la sanità e le pubbliche amministrazioni.

L'obiettivo finale, poi, è ancora più ambizioso: la realizzazione delle Smart Cities, città in cui «una grande infrastruttura tecnologica e immateriale faccia dialogare persone ed oggetti, integrando informazioni e generando intelligenza, producendo inclusione e migliorando il nostro vivere quotidiano».

Protagoniste di questa rivoluzione saranno le regioni del Sud, dove il governo conta di installare i datacenter per via della presenza di «dorsali potenti della connettività internazionale, in particolare Sicilia e Sardegna».

Tra qualche giorno potremo quindi vedere quali saranno i primi passi concreti per la realizzazione dell'Agenda Digitale.

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