Paulo Coelho e altri 5.000 artisti supportano The Pirate Bay

C'è anche il famoso scrittore tra quanti appoggiano The Promo Bay, la piattaforma per gli artisti lanciata da The Pirate Bay.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-04-2012]

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Le major passano così tanto tempo a strillare contro la pirateria che si sarebbe portati a pensare che gli artisti da loro rappresentati siano tutti dello stesso parere.

In realtà, il mondo dell'arte è un po' più variegato di come lo presentano case discografiche, editrici e cinematografiche.

Prendiamo per esempio The Promo Bay, l'iniziativa lanciata da The Pirate Bay nello scorso gennaio per aiutare gli artisti sconosciuti ad acquisire visibilità, nazionale o anche mondiale.

Dal momento del lancio, oltre 5.000 artisti si sono fatti avanti per utilizzare il servizio: quasi il 90% di loro sono musicisti, e il 95% di questi è costituito da uomini.

Nella lista degli artisti che hanno deciso di partecipare non vi sono soltanto nomi sconosciuti: si incontra anche quello di Paulo Coelho, lo scrittore brasiliano che da tempo sostiene non solo la liceità ma l'utilità del file sharing arrivando, nel 2009, a proporsi di volare in Svezia per testimoniare a favore di The Pirate Bay.

Il successo di The Promo Bay è stato peraltro così grande che gli organizzatori hanno dovuto modificare un po' il programma originale: «Quando abbiamo dato il via al progetto» - spiega Winston, di The Pirate Bay - «il piano era di fare qualche campagna mondiale all'anno, ma le proposte erano così buone che abbiamo deciso di fare campagne mondiali ogni fine settimana».

Tra quanti hanno visto crescere rapidamente e improvvisamente la propria popolarità ci sono il cantante George Barnett e il regista Tomas Vergara, autore del corto The Chase.

«Il futuro» - continua Winston - «mostrerà quale sia l'impatto delle promozioni The Pirate Bay. Sono assolutamente certo che almeno 2 o 3 di loro diventeranno delle superstar».

«Siamo uno dei 60 siti più visitati di Internet. Abbiamo la responsabilità di usare il sito per fare qualcosa di buono. Lo facciamo perché ci diverte e perché amiamo la cultura, siamo tutto ciò che le major non sono».

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