Realizzato in laboratorio il supervirus dell'aviaria

Creato per prevenire una pandemia, è in grado di trasmettersi da uomo a uomo: si teme che le ricerche possano cadere in mani sbagliate.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-05-2012]

aviaria h5n1 kawaoka

Ci sono voluti due mesi di consultazioni per valutare i pro e i contro ma alla fine le ricerche di Yoshihiro Kawaoka, virologo dell'Università del Winsconsin-Madison, sono state pubblicate su Nature.

Al centro del lavoro di Kawaoka ci sono due virus noti anche al grande pubblico per l'allarme che hanno suscitato negli anni scorsi: H5N1 - quello dell'influenza aviaria - e H1N1, responsabile della "suina" del 2009.

Lo scienziato ha studiato e modificato il virus H5N1 (utilizzando anche geni di H1N1) inducendo mutazioni per capire in che modo possa trasformarsi e diventare trasmissibile da uomo a uomo (oggi il virus è in grado soltanto di passare dagli animali all'uomo), anche solo con uno starnuto.

La spinta a condurre queste ricerche è stata data dalla constatazione dell'alto tasso di mortalità riscontrato tra le persone colpite dal virus originale, pari al 60% (in totale sono morte 355 persone): se diventasse in grado di trasmettersi tra le persone, la situazione sarebbe molto grave.

Kawaoka è giunto così alla creazione di un "supervirus" in grado di trasmettersi con uno starnuto - il fenomeno è stato testato su dei furetti - e che, secondo l'autore della ricerca, potrebbe diventare la chiave per capire in che modo il virus H5N1 muta naturalmente e studiare quindi una strategia di difesa qualora dovesse nascere una pericolosa pandemia.

È stata proprio la creazione di questo virus a suscitare le perplessità di Nature: ci si è chiesti se fosse davvero il caso di pubblicare informazioni che, nelle mani sbagliate, potrebbero fornire la base per creare un'arma molto pericolosa.

Alla fine, tuttavia, considerato anche il clamore che si andava creando, Nature ha deciso per la pubblicazione integrale della ricerca, per consentire il processo di peer review e nella speranza che l'ipotesi di Kawaoka - ricavare informazioni per difendersi da varianti più pericolose del virus dell'aviaria - si riveli esatta.

Non tutti, d'altra parte, sono di questo avviso. È il caso per esempio della dottoressa Ilaria Capua, dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, la quale ha affermato: «Ho i miei dubbi che le mutazioni indotte nel virus per il salto di specie abbiano qualche utilità per lo sviluppo di eventuali vaccini o farmaci antivirali».

«Le mutazioni» - spiega ancora la dottoressa - «riguardano la proteina esterna che il virus usa per attaccarsi alle cellule e infettarle. È come se in un'automobile cambiassi la carrozzeria, senza modificare il motore».

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA