3 porta i call center in Albania

Oltre a esternalizzare la Rete, H3G si prepara a portare nell'Est europeo i propri call center.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-02-2005]

La recente campagna elettorale per la Presidenza Usa, che ha visto fronteggiarsi Bush e Kerry, ha avuto tra i suoi temi centrali la delocalizzazione delle maggiori imprese statunitensi all'estero: dal Messico per le industrie, all'India e alle Filippine per i call center delle principali società telefoniche, finanziarie e assicurative. Ci sono addirittura sindacati e organizzazioni politiche che negli Usa promuovono il boicottaggio delle aziende che trasferiscono i propri servizi clienti all'estero.

Sembrava che il fenomeno della delocalizzazione dei call center riguardasse soprattutto nazioni come gli Usa o la Gran Bretagna, che non hanno problemi a trasferire lavoratori in Paesi in via di sviluppo: qui la legislazione sociale e i salari sono notevolmente meno onerosi per le imprese e c'è personale (anche dotato di scolarità medio-alta) che sa parlare correntemente l'inglese.

In Francia l'Axa, una delle più grandi società di assicurazioni, ha trasferito il proprio call center in un Paese francofono come la Tunisia, dove viene gestito da una società italo-tunisina del gruppo Cos di Alberto Tripi. In Italia Telecom Italia per ora ha tenuto una parte del servizio di assistenza tecnica di "Alice France" in Val d'Aosta, dove il personale è bilingue; inoltre al 12 e 412 rispondono circa una cinquantina di carcerati, dal call center della casa di reclusione S. Vittore a Milano.

L'Italia, con la sua lingua poco conosciuta, sembrava immune dal fenomeno della delocalizzazione dei call center. Ora la tendenza potrebbe essere invertita da H3G, compagnia di telefonia mobile Umts alle prese con una difficile ristrutturazione per ridurre i costi; l'esternalizzazione della Rete verrebbe "affittata" per cinque anni alla Ericsson, contro cui i sindacati hanno promosso l'8 febbraio il primo sciopero di questa azienda.

H3G sta esplorando la possibilità di trasferire il suo servizio clienti in Albania o in Romania, dove la lingua italiana è più diffusa perché si ricevono da sempre i programmi delle nostre Tv e i rapporti sono molti intensi anche per l'immigrazione. In questo caso che fine faranno i lavoratori appena assunti in Italia (con contratti di inserimento e a termine) nei call center di 3?

Se 3 decidesse di trasferire all'estero il suo call center, nel campo della telefonia avremmo una delle prime imprese in Italia veramente "globalizzate": capitali cinesi di Hong Kong, clienti italiani, Rete gestita da una società svedese come la Ericsson, servizio clienti in Albania.

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Pier Luigi Tolardo