Zio Bill abbraccia l'open source

Due nuove licenze Microsoft piacciono non solo ai custodi dei sorgenti aperti, ma anche a quelli del Free Software.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-10-2005]

Pinguino Tux marchiato Microsoft

La notizia che circola nella rete ha caratteristiche epocali: Microsoft apre le porte all'Open Source, modello di sviluppo di software che fino a ieri ha sempre duramente criticato.

Cerchiamo di fare un po' di chiarezza. Redmond ha annunciato l'aggiornamento della propria Shared Source Initiative (il programma che permette agli stretti collaboratori di Microsoft di visionare parti del codice sorgente dei software) abbassando il numero delle licenze da dieci a tre, ma soprattutto modificandone radicalmente il contenuto.

Fin dalla comparsa delle prime indiscrezioni sul contenuto delle licenze, è circolata la voce che OSI, la branca moderata del FLOSS, le avrebbe approvate. Ma questa ratifica ufficiale tarda ad arrivare.

Ma la realtà riserva spesso sorprese: non OSI, ma Free Software Foundation Europe, che coordina a livello europeo il software libero, si è espressa favorevolmente.

"Poiché raramente abbiamo l'opportunità di dire qualcosa di positivo su Microsoft, ne approfitto subito per congratularmi", dice Georg Greve, il presidente di FSFE.

"Microsoft sembra avere fatto finalmente il passo avanti decisivo nel dare libertà ai propri utilizzatori: delle [...] licenze pubblicate, la nostra prima analisi superficiale suggerisce che almeno due di esse soddisfino" (tenetevi forte) "la definizione di Software Libero."

L'imprimatur di Greve riguarda la Microsoft Permissive License (Ms-PL), e la Microsoft Community License (Ms-CL), che paiono, a prima vista, centrare le quattro libertà che definiscono il Free Software.

In particolare, la Ms-CL pare compiere un'evoluzione dell'idea di Copyleft, introdotta originariamente dalla nota licenza GNU-GPL.

Niente male, per chi fino a ieri ha tacciato le licenze free come virali, cancerose e comuniste.

Greve, comunque, non risparmia le proprie perplessità a zio Bill, "Non è auspicabile il fatto che ogni società, ogni amministrazione, ogni autore pubblichi la propria licenza: sarebbe stato preferibile se Microsoft avesse usato la GNU-GPL o la LGPL, per il suo programma di Shared Source". Sinceramente, credo che sarebbe stato troppo.

Vediamo di dare un'interpretazione politica ai fatti di questi giorni. Microsoft prosegue la marcia di avvicinamento all'opensource, iniziata lo scorso maggio con le dichiarazioni concilianti del capo degli avvocati Brad Smith. Tali dichiarazioni erano destinate agli sviluppatori che fanno capo a OSI.

I più maliziosi analisti hanno interpretato questa mossa come un tentativo di dividere il fronte del FLOSS stesso, isolando i "comunisti" del Free Software. La pubblicazione delle licenze Microsoft Shared Source è un passo avanti in questa vicenda.

Curiosamente, Jason Matusow, direttore del Microsoft Shared Source program, ha dichiarato che per il momento non hanno intenzione di sottoporre le nuove licenze all'approvazione di OSI. Come dire: già ci interessa poco dell'Open Source, figuriamoci del Free Software.

Se le cose stanno così, si comprende benissimo l'uscita di FSFE: scavalcando "a destra" OSI, ha vanificato l'azione di isolamento di Microsoft. Del resto, se le quattro libertà sono rispettate, c'è veramente poco spazio per i pregiudizi.

Naturalmente, non è tutto così bello come sembra: pubblicare le licenze è un primo passo, ma la svolta avverrà, eventualmente, quando, sotto una di queste, sarà rilasciato del software open made-in-Redmond.

Attendiamo con pazienza questo momento. Forse arriverà.

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