Intercettazioni, Tronchetti Provera attacca la Repubblica

Il numero uno di Telecom Italia scrive una lettera ai dipendenti, tuonando contro l'accanimento mediatico a proposito delle intercettazioni di Tavaroli.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-05-2006]

repubblica

"Cari colleghe e colleghi, da qualche tempo un gruppo editoriale mostra un persistente accanimento contro la nostra Azienda accusandola di presunte attività illecite, quali intercettazioni, creazioni di "dossier" e schedature di clienti.

Data la dimensione inconsueta di questo attacco, i nostri legali hanno avviato, in ogni sede, nei confronti di quell'editore tutte le azioni necessarie a tutelare l'Azienda e i suoi dipendenti. Non mi riconosco, e so che anche voi non vi riconoscete, in questa falsa rappresentazione della nostra Azienda. Né comprendiamo le ragioni di questa aggressione. Ma non ci interessa fare dietrologie. Preferiamo guardare avanti. "

Per la prima volta nella storia di Telecom Italia, il presidente Tronchetti Provera ha scritto una "lettera aperta" ai più di 80.000 dipendenti, sparsi in tutto il mondo; soprattutto, per la prima volta vengono sensibilizzati e mobilitati i dipendenti in una guerra mediatica tra il gruppo Telecom, principale gestore telefonico italiano ed esso stesso gruppo editoriale e il gruppo editoriale L'Espresso-La Repubblica, di proprietà di Carlo De Bendetti, che è il gruppo di cui parla Tronchetti nell'incipit della lettera pur, perfidamente, non nominandolo.

Il motivo scatenante è la prima pagina della Repubblica di giovedì 25 maggio che dà grande risalto al provvedimento cautelativo emesso da un giudice milanese contro Telecom Italia, accusata dalla concorrente Fastweb di pratiche anticoncorrenziali, e dall'indagine aperta dal prof. Franco Pizzetti, Garante per la Privacy.

Si tratta dell'ultimo atto di una serie di articoli, pubblicati da Espresso e Repubblica, che hanno seguito da vicino il "TavaroliGate": il caso di un ex sottoufficiale dei Ros, diventato bodyguard di Tronchetti ai tempi della Pirelli e poi, addirittura, capo della security Telecom (da cui ha dipeso, per un buon lasso di tempo, anche il Centro Nazionale che supporta le intercettazioni effettuate dalle forze dell'ordine per conto della magistratura).

Tavaroli è oggi indagato per avere messo su una pericolosa centrale spionistica; ma Tronchetti Provera nega decisamente che questo dirigente sia stato incaricato da Telecom Italia e che lui e l'azienda che dirige sono assolutamente estranei a ogni deviazione di singoli soggetti.

E' una presa di posizione molto forte e decisa che sarebbe bello fosse accompagnata dall'affidamento a un board di personalità prestigiose e indipendenti per fare piena luce su queste vicende che si pongono su un piano diverso da prassi anticoncorrenziali che pur riproveli non avrebbero la stessa gravità.

Va notato che lo scontro De Benedetti-Tronchetti avviene all'indomani della vittoria del centrosinistra, di cui De Benedetti è sponsor di primo piano, e dopo l'uscita di Marco De Benedetti (figlio di Carlo) dal vertice della Telecom, dove è stato il numero uno della telefonia mobile per non pochi anni. E' anche un fatto, rilevato dal Foglio (quotidiano della famiglia Berlusconi e diretto da Giuliano Ferrara), che Telecom Italia e il gruppo L'Espresso sono ai ferri corti anche sulla questione delle frequenze televisive, in cui si fronteggiano All Music e la televisione di Telecom Mtv.

Si tratta di uno scontro tra giganti, in un momento in cui il titolo Telecom non va particolarmente bene; c'è il rischio di nuove scalate, anche straniere, che si prospetta come uno dei fatti nuovi dell'Italia del postberlusconi.

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Pier Luigi Tolardo